Crisi, premiare le imprese che non licenziano
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09 Dic 2013
- Pubblicato: 15 Aprile 2009
- Scritto da redazione
La Confapi Campania sposa la proposta del segretario della UIL, Angeletti.
La recente approvazione della Commissione Europea all’utilizzo dei fondi comunitari per l’allargamento degli ammortizzatori sociali scaturito dalla Conferenza Stato-Regioni, e l’incremento esponenziale della cassa integrazione negli ultimi mesi, hanno riacceso i riflettori su una questione spinosa, imponendo alcune riflessioni su quanto il Governo sta facendo e quanto può fare.
I dati che in questi giorni sono stati diffusi dalla Uil sul ricorso alla cassa integrazione sono tutt’altro che incoraggianti. Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, il ricorso alla cassa integrazione è aumentato rispetto allo stesso periodo del 2008 di ben il 184,1%, il che significa che 346 mila persone sono rimaste “senza lavoro”, con le ripercussioni che tutti noi possiamo immaginare sull’intero sistema produttivo. E purtroppo si tratta di una pratica ormai diffusa che investe quasi tutti i settori e le aree del nostro paese, sebbene vi siano alcune regioni, come ad esempio la Lombardia(+341,9%), dove la situazione risulta particolarmente delicata.
Le recenti iniziative di sostegno al reddito dei lavoratori “precari” esclusi dai tradizionali strumenti di integrazione, sono senza dubbio importanti e significative, ma c’è da chiedersi se saranno sufficienti a fronteggiare la crisi o piuttosto rischieranno di trasformarsi nell’ennesima distrazione di risorse, originariamente destinate alla formazione e allo sviluppo.
Strategie di questo tipo, che finiscono con il risolversi in interventi di tipo assistenziale, rischiano di non produrre risultati tangibili, annullando nel lungo periodo ogni possibile beneficio, potendo rivelarsi addirittura dannose per il sano e corretto funzionamento del nostro sistema economico.
La soluzione più adeguata sarebbe, quindi, quella di dirottare le risorse a disposizione verso un’altra direzione, capace di generare delle misure realmente efficaci, tanto per i lavoratori quanto per le imprese.
In questo senso è da sposare in pieno la proposta di una moratoria sui licenziamenti, illustrata dal segretario della UIL, Angeletti, con l’introduzione di un premio da destinare a tutte quelle imprese che si impegnano a non licenziare i propri dipendenti per almeno un anno. In sostanza si tratterebbe di ridurre i contributi previdenziali, che tanto incidono sui costi delle aziende, riuscendo allo stesso tempo non solo a mantenere inalterati sia i livelli occupazionali che le retribuzioni per i lavoratori, ma anche a liberare risorse finanziarie capaci di alleggerire la crisi in atto.
Grazie all’istituzione di questo “premio” per tutte le imprese che si impegnano a non tagliare il personale, si potrebbe non solo ridurre drasticamente il ricorso alla cassa integrazione, ma anche limitare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, generando un risparmio che potrebbe essere investito nello sviluppo di attività produttive.
Se si vorrà realmente fronteggiare la crisi in atto e portare dei benefici tangibili tanto ai lavoratori quanto alle imprese, sarà necessario indirizzarsi verso soluzioni di questo tipo le quali, non solo consentono, nell’immediato, di affrontare il problema in maniera più efficace, ma permettono anche di gettare le basi per uno sviluppo reale e duraturo.