L’appello della Confapi Campania: “Aiuti alle imprese? Iniziate col darci i nostri soldi”
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09 Dic 2013
- Pubblicato: 15 Aprile 2009
- Scritto da redazione
Il nodo da sciogliere per allentare la stretta della crisi resta il ritardo nei pagamenti della Pubblica Amministrazione.
Fondo di garanzia, incentivi statali, sostegno alle imprese per combattere la crisi. Sono mesi nei quali si susseguono gli annunci e gli impegni più disparati per uscire dalla crisi. Eppure manca un solo, chiaro e univoco intervento del Governo quando la richiesta è quella di veder pagati i crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica Amministrazione.
È questo il contenuto di un appello lanciato a gran voce dal presidente di Confapi Campania, Maurizio Genito, alla luce dell’annuncio arrivato nei giorni scorsi dall’amministratore delegato della Cassa Deposito e Prestiti, Massimo Varazzani, di mettere a disposizione delle banche 11 miliardi di euro vincolandoli alla concessione di finanziamenti alle imprese. Per il dirigente dell’ente partecipato dalle Fondazioni bancarie e dal Ministero del Tesoro, la Cassa si assumerà il rischio nei confronti delle banche, mentre le banche lo faranno nei confronti delle imprese, replicando il modello Bei (Banca europea degli investimenti): tramite una convenzione quadro stipulata tra la Cassa e l’Abi, verrebbero finanziate le banche vincolando questa liquidità al finanziamento delle piccole imprese a tassi competitivi.
Una liquidità che tuttavia potrebbe essere indirizzata a vantaggio di quelle imprese che vantano crediti, presumibilmente sicuri, verso la Pubblica Amministrazione, nota per i suoi cronici ritardi nei pagamenti. Secondo una stima diffusa dal Taiis (Tavolo interassociativo imprese dei servizi), questi ammontano a oltre 70 miliardi di euro, 30 dei quali riguardano il settore della Sanità. Una modalità operativa in taluni casi letale per le imprese, trascinate in un circolo vizioso dal quale non sempre riescono ad uscire per l’incapacità di rispondere alle esigenze di liquidità.
Per rendere l’idea dell’ammontare del credito, i mandati di pagamento delle spese della Regione Campania nel secondo semestre del 2008, ammonterebbero addirittura a 1.400 milioni di euro, con la Giunta Bassolino che nelle prime settimane dell’anno ha stanziato circa 2 miliardi e mezzo di liquidità per il pagamento dei debiti alle imprese. Tempi di attesa che ormai superano abbondantemente i due anni e che a fine giugno 2008 hanno toccato la punta di 839 giorni. Sempre secondo il Taiis, si tratta di un problema che sfiora il paradosso, poiché “soprattutto per le imprese di servizi che operano nella sanità pubblica, ha raggiunto dimensioni abnormi, con i crediti che hanno superato i fatturati aziendali”.
Per Maurizio Genito non è comprensibile come la Cdp possa destinare 11 miliardi di euro, pari praticamente a una manovra finanziaria, a garanzia dei finanziamenti alle imprese concessi dalle banche, con le preventive valutazioni di solvibilità che escludono imprese già vessate dalle inefficienze amministrative, quando piuttosto la necessità principale è quella di appianare i debiti che la Pubblica amministrazione contrae nei confronti delle imprese. Se veramente si volessero realizzare interventi a sostegno delle imprese, si dovrebbe procedere a una certificazione dei crediti vantati nei confronti della PA, così da trasferire in capo alla Cassa depositi e prestiti il carico dell’anticipo di quelli non ancora liquidati.
Paolo Carotenuto – AdIM News