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Last updateGio, 15 Feb 2024 6pm

Stanziati 300 milioni di euro per la valorizzazione dei beni confiscati ai mafiosi

L'Agenzia per la Coesione territoriale

proroga per la presentazione delle domande del 31 marzo 2022 alle ore 12.00

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione 300 milioni di euro per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, all'interno della Missione 5 Componente 3, dedicata a interventi speciali per la coesione territoriale. Di questa cifra, 250 milioni di euro sono riservati ai progetti selezionati attraverso una procedura selettiva, mentre ulteriori 50 milioni di euro serviranno a individuare altri progetti, di particolare valore economico e/o simbolico per il territorio. La nuova scadenza riguarda entrambe le candidature.

In totale, l'obiettivo è di realizzare almeno 200 interventi di valorizzazione.

 

Rivolto a progetti di recupero, ri-funzionalizzazione e valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata presenti nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). In particolare, il bando finanzia opere di demolizione e ricostruzione, di ristrutturazione e/o adeguamento di questi beni, che potranno così essere restituiti alla collettività. La destinazione finale delle opere potrà essere di natura istituzionale, sociale o economica, con il vincolo di riutilizzare i proventi a scopi sociali e per reinserire quanto prodotto nel circuito della legalità.

Nell'ambito delle possibili destinazioni d'uso, ai fini della graduatoria finale saranno premiati con un punteggio aggiuntivo i progetti destinati a creare all'interno del bene confiscato centri antiviolenza per donne e bambini o case rifugio, oppure ancora asili nido o micronidi.

A chi si rivolge il bando?
Possono inviare i propri progetti tutte le Regioni, i Comuni, le Province, le Città metropolitane - anche in forma consortile o in associazione tra loro - del Mezzogiorno. Alla data di presentazione della domanda, i proponenti devono essere già destinatari di un bene confiscato ed averlo iscritto nel patrimonio indisponibile dell'Ente. La scelta di rivolgersi esclusivamente agli enti pubblici è dettata dalla necessità di rispettare le stringenti tempistiche previste dal PNRR e di evitare, quindi, procedure che - in altri casi - sarebbero state più lunghe e complesse.

Gli enti territoriali possono comunque coinvolgere sin da questa fase di progettazione gli enti del Terzo Settore, come spiega una nota sottoscritta dal direttore generale dell'Agenzia per la Coesione territoriale. Tale eventuale coinvolgimento è anzi premiato da un apposito criterio di valutazione inserito nel bando (v. sotto).

Qual è il finanziamento massimo che si può ottenere?
Ciascun progetto selezionato attraverso la procedura selettiva può ottenere fino a un massimo di 2,5 milioni di euro di finanziamento. All'interno dello stesso tetto massimo di 2,5 milioni di euro, l'opera può essere in parte cofinanziata da altre risorse nazionali o dal soggetto proponente, ma solo per costi diversi da quelli finanziati dal PNRR. Nel caso in cui i lavori siano già stati avviati con una diversa copertura finanziaria, il proponente dovrà rinunciare a quest'ultima nel momento della sottoscrizione della convenzione prevista da questo bando. 
Per i progetti selezionati attraverso la procedura concertativa, invece, non è predefinito un limite massimo al contributo, che dipenderà dal numero dei progetti individuati nell'ambito della disponibilità totale di 50 milioni di euro.

Quali spese sono ammesse al finanziamento?
Sono finanziabili tutte le spese collegate alla realizzazione dell'opera, anche sostenute da azioni intraprese a partire dall'1 febbraio 2020, nel caso di lavori già avviati. Non sono previsti costi forfettizzati, né costi aggiuntivi del personale.
Si precisa che l'IVA, quale costo di progetto, è interamente rimborsabile, purché possa ritenersi ammissibile e non sia recuperabile nel rispetto della normativa nazionale di riferimento. Gli enti territoriali che hanno presentato, prima di questo chiarimento, una proposta progettuale senza computare l’IVA, non avranno bisogno di ripresentare una nuova proposta: l'Agenzia per la Coesione territoriale, successivamente alla scadenza dell'avviso, avvierà una specifica procedura di sanatoria in merito.

Come verrà erogato il finanziamento?
È previsto un anticipo pari al 15% del finanziamento complessivo, seguito da pagamenti intermedi - a seguito delle fatture emesse - pari ciascuno ad almeno il 10% del totale. Dopo il certificato di ultimazione dei lavori, sarà erogato il saldo del 10%.

Entro quando bisognerà affidare e concludere i lavori?
L'aggiudicazione definitiva dei lavori deve avvenire entro il 30 giugno 2023. Successivamente, i progetti di importo fino a 600.000 euro dovranno concludere i lavori entro il 30 giugno 2025, mentre quelli di importo superiore avranno tempo fino al 30 giugno 2026. Queste scadenze si rendono necessarie per consentire di rispettare le scadenze previste dal PNRR e concordate con la Commissione europea, la quale in caso contrario non trasferirà all'Italia le risorse previste.

 

Quali criteri saranno utilizzati per valutare i progetti?
La valutazione avverrà sulla base di tre gruppi di criteri. Il primo è di ordine generale e comprende:

  • la rilevanza dell'intervento rispetto alle sfide del PNRR;
  • l'esperienza precedente del soggetto proponente nella gestione e valorizzazione di beni confiscati alla mafia;
  • il coinvolgimento di partner del territorio nella valorizzazione del bene proposto (come gli enti del Terzo settore);
  • l'integrazione della proposta con altri interventi di valorizzazione;
  • la rilevanza rispetto alla qualità della vita, allo sviluppo sostenibile e alla non discriminazione.

Il secondo gruppo riguarda criteri specifici:

  • la completezza, la chiarezza e la rispondenza della presentazione del progetto rispetto alle indicazioni;
  • l'adeguatezza e la completezza delle procedure di attuazione dell'intervento;
  • la significatività del progetto in termini di storia criminale e valore sociale;
  • la sostenibilità della gestione per i 5 anni successivi all'intervento di valorizzazione.

Infine, un terzo gruppo di criteri intende premiare determinate caratteristiche del progetto:

  • la destinazione a centro antiviolenza (CAV) per donne e bambini e a case rifugio;
  • la destinazione a nidi e micronidi 0-36 mesi;
  • il livello di progettazione approvato;
  • il completamento di opere con lavori già avviati;
  • il cofinanziamento con risorse proprie del soggetto proponente.

I singoli criteri hanno un 'peso' differente nell'assegnazione del punteggio. In particolare, la destinazione a centro antiviolenza assume un'importanza più rilevante rispetto agli altri fattori.

Cosa succede dopo la pubblicazione della graduatoria?
L'Agenzia per la Coesione territoriale stipula apposite convenzioni con i soggetti titolari delle proposte ammesse al finanziamento, fino all'esaurimento delle risorse disponibili. I progetti che risultano idonei, ma non possono essere ammessi a finanziamento per l'esaurimento delle risorse, potranno essere finanziati a loro volta entro un anno, in ordine di graduatoria, nel caso in cui si rendano disponibili ulteriori risorse pubbliche, che possono anche derivare da risparmi, rinunce o revoche di questo bando.

Quali caratteristiche devono avere i progetti che possono partecipare alla procedura concertativa per l'assegnazione degli altri 50 milioni?
Questo percorso è dedicato a 'progetti bandiera' che possono avere un particolare valore economico e/o simbolico, notevoli prospettive di sviluppo o occupazionali per il territorio. In questo caso, non è previsto un tetto massimo al finanziamento.

Come si partecipa alla procedura concertativa?
Per candidarsi occorre compilare la relativa domanda con incluso il modello di presentazione del progetto, da inviare via PEC all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro le ore 12.00 del 31 marzo 2022.

Le due domande sono incompatibili?
No. Lo stesso progetto può essere candidato sia alla selezione per l'attribuzione di 250 milioni di euro, sia alla procedura che assegna i rimanenti 50 milioni. Anzi, si consiglia alle amministrazioni che ritengono di candidare un progetto di particolare valore di seguire entrambe le strade.

Cosa succede se un progetto finanziato non va avanti come dovrebbe?
In caso di mancata adozione di atti e provvedimenti necessari all'avvio dei progetti, oppure di ritardi, inerzie o difformità nell'esecuzione degli stessi da parte del soggetto attuatore, si potrà intervenire con poteri sostitutivi.

fonte Agenzia di Coesione Territoriale

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