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Last updateGio, 15 Feb 2024 6pm

Censis-Confcooperative: in Italia oltre 3 milioni di NEET

Crescono i giovani privi di ogni prospettiva: in Campania e Sicilia la maggiore concentrazione
In Italia i giovani che non lavorano e non studiano (NEET) sono oltre 3 milioni. Si tratta di giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni che hanno rinunciato a ogni tipo di prospettiva per il futuro a causa della mancanza di lavoro.
Il dato emerge dallo studio Millenials, lavoro povero e pensioni: quale futuro? realizzato dal Censis per conto di Confcooperative, che evidenzia la differenza socio-economica tra Nord e Sud.


Nelle sei regioni del Sud, i Neet più di un milione, concentrati in modo particolare in Campania (361 mila) e Sicilia (317 mila). Un dato sconfortante, così commentato da Antonio Borea, Presidente di Confcooperative Campania: “Il numero di giovani che non lavorano e non si formano in Campania è ancora troppo alto. È una piaga sociale che riguarda il bene comune dei nostri territori: stiamo rischiando di perdere un’intera generazione. Come Organizzazione poniamo l’accento su quanto sia importante seminare cooperazione e autoimprenditorialità per arginare una dispersione di talenti e di risorse. La Campania è un territorio giovane, ma incapace di trattenere risorse umane e di orientare i ragazzi ad intercettare i loro talenti e le loro passioni. L’avvicinamento fin dall’età scolare al modo della cooperazione può essere un deterrente a questa problematica e assicurare dei risultati sul lungo periodo. È anche - conclude Borea - una questione di educazione e di cultura, oltre che di mezzi”.


 Lo studio Censis/Confcooperative fa luce, tra le altre cose, sul gap tra il tenore di vita dei lavoratori e la sostenibilità a lungo termine dei sistemi di welfare. Per i giovani, in particolare, lo slittamento verso il basso delle remunerazioni, in assenza in Italia di minimi salariali, segnala in maniera ancora più marcata la separazione che sta avvenendo fra i destini dei lavoratori e la sostenibilità a lungo termine dei sistemi di welfare. Questo effetto di “sfrangiamento” del lavoro rispetto al passato è poi messo in evidenza dalle tipologie di lavoro a “bassa qualità” e a “bassa intensità” che si stanno via via diffondendo. Sono, infatti, 171.000 i giovani sottoccupati, 656.000 quelli con contratto part-time involontario e 415.000 impegnati in attività non qualificate.
Rosanna Gorga
14 marzo 2018

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