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Il Consorzio di Bonifica Vallo di Diano e Tanagro

Il Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro è stato costituito, come Consorzio di Bonifica Integrale del Vallo di Diano, con Regio Decreto del 21 marzo 1926 n. 1274.

Statuto, regolamenti consortili, piani e programmi

            Ai sensi della legge regionale di riordino dei Consorzi di Bonifica, n. 4 del 2003, è stato stilato lo Statuto dell’Ente che recependo le indicazioni della medesima legge regionale e delle leggi nazionali nel campo della difesa del suolo e della gestione delle acque, traccia i lineamenti dell’Ente stabilendone Territorio, Competenze e funzioni degli Organi del Consorzio.

                        Oltre allo Statuto l’organizzazione e la pianificazione delle attività dell’Ente sono regolate da programmi, piani e regolamenti interni:

  • Piano di Bonifica
  • Piano di Classifica
  • Programma Triennale OO.PP.
  • Regolamento Consortile di Polizia Idraulica
  • Regolamento per l’irrigazione dei territori vallivi del Vallo di Diano
  • Regolamento Consortile Lavori in economia
  • Regolamento Consortile di Contabilità.

Gli interventi nel campo della Bonifica Idraulica e più in generale della difesa del suolo, e che maggiormente caratterizzano l’Ente, sono il frutto di uno studio territoriale che detta le linee di intervento sul territorio per assicurare la bonifica e quindi la coltivabilità e vivibilità delle aree interne al comprensorio di bonifica. Il documento tecnico con basi scientifiche che inquadra il problema della bonifica del Vallo di Diano è rappresentato dal “Discorso sulla Bonifica del Vallo di Diano” di Martinez y Cabrera, risalente al 1953. Tale documento è stato successivamente ripreso e richiamato nelle varie e diverse relazioni che pianificavano gli interventi nel campo della bonifica negli anni successivi, rimanendo comunque il cardine dell’impostazione idraulica del problema di recuperare alla coltivabilità e vivibilità i territori di pianura del Vallo di Diano.

Lo schema della bonifica del Vallo di Diano si basa su alcuni punti centrali:

  1. il fiume Calore-Tanagro (denominato Calore dalle origini nel territorio di Lagonegro fino al ponte Caiazzano nel Comune di Padula – denominato Tanagro da Padula fino all’immissione nel Fiume Sele) costituisce il colatore principale e centrale dello schema della bonifica del Vallo di Diano;
  2. due canali hanno lo scopo di separare le acque alte (quelle provenienti dalla zona montuosa) del bacino idrografico dalle acque basse (provenienti dalla zona di pianura). Tali due canali, denominati canali allaccianti acque alte in sinistra Tanagro e in destra Tanagro, corrono all’incirca paralleli al fiume Tanagro distanziati da questo e in grado di intercettare una serie di canali e torrenti e valloni che si riversano verso il Tanagro, impedendo che le acque da essi convogliate invadano la piana, ma incanalate in detti canali allaccianti vengono da questi immesse nel fiume Tanagro nella vasca di Polla (nel centro abitato di Polla) prima di abbandonare la piana e riversarsi nelle Forre di Campostrino;
  3. lo schema di drenaggio è quindi completato da una serie di affluenti in destra e sinistra del Tanagro che o direttamente o tramite i canali allaccianti si immettono nel fiume Tanagro;
  4. vi è una ridotta o nulla distinzione tra canali di bonifica artificiali e corsi d’acqua naturali; ciò in quanto l’attività di regimazione dei corsi d’acqua ha avuto origine da circa un secolo e la parte artificiale della rete idrografica è stata eseguita con tipologie in terra, infatti i rivestimenti spondali sono dell’ordine del 5-6%. Ciò ha consentito una rinaturazione graduale e spontanea nel tempo. Ciò rappresenta un grosso valore sul piano ambientale, differenziando notevolmente il comprensorio del Vallo da altri comprensori di bonifica laddove si hanno percentuali di corsi d’acqua rivestiti e/o cementificati dell’ordine del 30-40%. E’ evidente che tale maggior pregio ambientale richiede maggior impegno e maggiori costi di gestione e manutenzione.
  5. Il Fiume Tanagro è l’unico emissario delle acque dal Vallo. Vi sono alcuni inghiottitoi in particolare nel Comune di Polla e di Sant’Arsenio, ma la loro funzionalità è notevolmente ridotta, pertanto la funzione di drenaggio e allontanamento delle acque dal Vallo è assolta quasi esclusivamente dal Fiume Tanagro in particolare dal tronco che si origina dal Centro abitato di Polla e corre fino alle Forre di Campostrino, tronco denominato Fossato Maltempo. Che la sistemazione idraulica del Fossato Maltempo costituisca il principale problema idraulico del Vallo di Diano è confermato da ogni atto tecnico in materia e dall’interesse tecnico su di esso riversato nei vari periodi storici, a partire dalle bonifiche in epoca romana e borbonica. Sul piano intuitivo è facile assimilare il Fossato Maltempo ad uno scarico di una vasca, se lo scarico ha sezione insufficiente le acque contenute nella vasca debordano allagando le aree limitrofe. Ebbene ciò accade per il Fossato Maltempo. L’attuale configurazione del tronco di fiume risale ai Borboni, ed è delimitato da mura in pietrame di splendida fattura ma tali da individuare una sezione capace di far defluire con sicurezza una portata di circa mc 400. Valori maggiori di tale portata o vicini a tale valore instaurano il fenomeno del rigurgito idraulico, l’acqua non riesce celermente a defluire a valle pertanto si innalza il pelo libero influenzando il livello a monte nel corso d’acqua che cresce per la durata della piena e fin quando non si instaurano fenomeni di rallentamento delle acque anche negli affluenti del Tanagro e si verificano esondazione di acque dal Tanagro e dai suoi affluenti con allagamenti diffusi nella piana ed in particolare interessanti il centro abitato di Polla. Una portata di circa mc 400 corrisponde ad un periodo di ritorno di pochi anni, ciò da conto della frequenza del rischio di allagamento sopra descritto.

(Scarica l'articolo completo)

Autore – Dr.Agr. Giuseppe Morello
Allegati:
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