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Venerdì 22 settembre 2022 alle ore 19:30 presso la galleria FrameArsArtes di Corso Vittorio Emanuele...

Mercoledì 29 luglio 2020 ore 18:30 - Libreria IoCiSto - Presentazione Libro: "Bagnoli. L’ultimo casco giallo" di Giovanni Capasso

Si presenta  mercoledì 29 luglio 2020 (ore 18:30), presso la Libreria IoCiSto (Vomero, Piazzetta Fuga) Bagnoli. L’ultimo casco giallo di Giovanni Capasso, a cura di Giuseppe Pesce. Ne discutono con gli autori  Antonio BassolinoMario Coppeto, Claudia Migliore, Enrico Viceconte; introduce e modera Gino Aveta.

Cos’è accaduto a Bagnoli negli ultimi trent’anni? Dall’ultima colata nel 1990 ai grandi progetti, fino al fallimento della  Bagnolifutura. Cantieri, bonifiche, polemiche, occasioni perdute. Ma anche arte e letteratura, musica, cinema e ricerca. Dopo la grande storia industriale del Novecento, a Bagnoli hanno preso forma tutte le incertezze e le contraddizioni di un “tempo nuovo” che forse non siamo ancora riusciti a comprendere, se è vero che a Taranto sembra ripetersi un film già visto. Ce lo racconta  Giovanni Capasso, che la fabbrica è riuscita a vederla mentre spegneva per sempre i suoi motori. E che anche se come ingegnere ha sempre portato il casco bianco, ha amato la storia di Bagnoli fino a considerarsi a tutti gli effetti un “casco giallo”. Battendosi, insieme a tanti altri, per salvare la memoria del “Cantiere”. Che non fu solo una fabbrica, ma una grande esperienza collettiva.

L’edizione a cura di  Giuseppe Pesce, con un’intervista a  Ermanno Rea (2012), è arricchita da numerose immagini e da una cronologia (1910-2010); ma soprattutto da una serie di contenuti speciali (44 QR-code), con materiali foto e video rari e inediti su Bagnoli raccolti da Capasso.

Ingegnere napoletano, classe 1956,  Giovanni Capasso è stato l’ultimo assunto del centro siderurgico di Bagnoli. Responsabile dell’Archivio storico e dell’ Infobox (purtroppo distrutto), tra i soci fondatori del Circolo Ilva Bagnoli, è passato dall’ Italsider a  Bagnoli Spa alla  Bagnolifutura, fino al fallimento del progetto – e del sogno – di rilancio della grande area dismessa, simbolo dell’industrializzazione napoletana. Personalità eclettica ed entusiasta, ha unito la sua passione per il mare a quella per l’archeologia industriale, lavorando a numerose iniziative. È il protagonista del cortometraggio  L’ultimo rimasto in piedi (2002) di Ugo Capolupo e compare tra i personaggi della  Dismissione di Ermanno Rea, romanzo nato proprio tra le “carte” dell’archivio di Bagnoli.

Allegati:
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Il CSV “Motore del Volontariato”, ma c’è chi li ritiene scomodi. Caprio (presidente CSV Napoli): «Pronti ad azioni legali per tutelare la nostra autonomia»

Alla luce della riforma del Terzo settore, sono avvenuti cambiamenti sostanziali nella vita dei CSV di tutta Italia. I centri di servizio per il volontariato, istituiti dalla Legge quadro sul volontariato n. 266/1991 come soggetti a supporto delle organizzazioni di volontariato, e da queste gestiti, al fine di sostenerne e qualificarne l’attività, nei primi 20 anni di attività, grazie allo sviluppo di una rete capillare composta da centinaia di sportelli e migliaia di servizi forniti gratuitamente, sono diventati un sistema che si può definire il “motore del volontariato italiano”.

Un sistema che ha ottenuto il suo pieno riconoscimento con il Codice del Terzo settore, il decreto più importante della Legge delega per la riforma del Terzo settore n. 106/2016. Una parte consistente del Codice infatti è dedicato ai Csv. La riforma ha previsto anche la sostituzione dei fondi speciali per il volontariato, su base regionale, con l’istituzione di un Fondo unico nazionale (Fun), e la costituzione di un Organismo nazionale di controllo (ONC) e delle sue articolazioni territoriali (OTC), con funzioni di indirizzo e controllo. Tra queste, l’amministrazione del Fun, l’accreditamento dei CSV, l’adozione di eventuali sanzioni in caso di irregolarità. È necessaria questa premessa per ben spiegare ai lettori l’importanza del sistema dei CSV in Italia, ma soprattutto il rapporto di collaborazione tra gli OTC e i CSV in Italia. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali il 27/09/2019 ha decretato l’OTC Ambito 12 “Campania e Molise” composto da rappresentanti delle fondazioni di origine bancaria, del Forum del Terzo Settore, dell’ANCI e rappresentanti delle Regioni Campania e Molise, con la presidenza di Rossella Paliotto.

«Bisognava cogliere questa sfida di cambiamento e di innovazione – spiega Nicola Caprio, presidente del CSV Napoli – per dare maggiore credibilità alle tantissime attività che la rete dei Csv organizzano e realizzano nei diversi territori per promuovere, valorizzare e sostenere il volontariato, un cambiamento culturale e una crescita in termini di competenze, nei tanti volontari impegnati nel Terzo settore e di coesione sociale nelle diverse comunità. Invece, ad oggi, esiste un dialogo monco con l’OTC, in particolare con la Presidente Rossella Paliotto, infruttuoso e irrispettoso delle reciproche identità. Un OTC incapace di costruire relazioni, ma solo una dimensione burocratica che ha ostruito la programmazione dei Csv nel 2020,». In tutte le regioni d’Italia è stata approvata, come di consueto, la programmazione delle attività per l’anno successivo inviata a dicembre 2019, mentre in Campania si è avuta una risposta in modo parziale solo a giugno di quest’anno, con continue richieste, quasi ostruzionistiche, di chiarimenti ed integrazioni che hanno disorientato le tante associazioni del Terzo Settore. Infine, viene così di fatto sottratta la possibilità di rimodulare la programmazione 2020 in emergenza COVID-19 per avviare una riflessione dinamica, complessa e innovativa per inserire il volontariato in una nuova traiettoria tecnologica. «Sei mesi di continue lettere – prosegue Caprio- anche di mancata trasparenza rispetto alla richiesta formulata su copie di alcuni verbali, in particolare, abbiamo appurato una disertata attenzione e capacità di ascolto, semplicemente per imporre una dimensione di burocrazia e di primato. Crediamo che ci siano troppe difficoltà nell’espletamento delle loro azioni e, sicuramente, non per colpa del periodo emergenziale COVID-19. Il CSV Napoli sta valutando, contro questi provvedimenti ingiustificabili dell’OTC, chiedendo fortemente anche l’intervento dell’ONC a questa situazione incresciosa, un’azione legale dinanzi a tutte le sedi competenti, chiedendo di tutelare l’autonomia e il funzionamento dei CSV per il bene del volontariato tutto».

Nicola Caprio

Sul fiume Sarno s’incontrano educazione ambientale e monitoraggio della Biodiversità

Nell’ambito del Progetto  sostenuto da Fondazione CON IL SUD “ CuriAMO, ViviAMO, PartecipiAMO il Sarno” i ragazzi che con entusiasmo partecipano ai campi di volontariato e prevenzione dei rischi ambientali insidiano l’area incontrano gli zoologi dell’Ass. ARDEA per comprendere il monitoraggio della biodiversità che si sta svolgendo nel Parco, cimentandosi in prima persona in un censimento ornitologico.

Ai ragazzi del territorio viene illustrato il progetto coordinato da Legambiente Campania “ CuriAMO, ViviAMO, PartecipiAMO il Sarno” che prevede un monitoraggio capillare di fattori di disturbo e depauperamento del bacino fluviale come la plastica ed altri inquinanti studiati da CNR e Federico II ed una costante osservazione della componente biodiversità condotta dall’Associazione ARDEA incentrata prevalentemente sull’avifauna ma attenta a rilevare qualsiasi altro elemento di pregio o di minaccia caratterizzi la comunità vivente. Gli zoologi mostrano ai partecipanti i risultati ottenuti in questi mesi come le foto delle diverse specie di uccelli mai segnalate nel territorio del Parco Regionale del Bacino Idrografico del fiume Sarno come il Marangone minore (Microcarbo pygmeus) o raramente osservate come il Mignattaio (Plegadis falcinellus), l’Aquila Minore (Hieraaetus pennatus) e la rara Moretta Tabaccata (Aythya nyroca). Tali specie sono state censite durante la fase di svernamento o migrazione e la loro presenza è stata appurata per pochi giorni. Questi dati indicano chiaramente che il fiume è tuttora sorvolato e frequentato da una comunità di specie di particolare interesse conservazionistico che nelle condizioni giuste possono colonizzare o ri-colonizzare il territorio in cui insiste l'area protetta.

I ragazzi si cimentano anche in un vero censimento della comunità ornitica che in questo periodo   nella zona delle sorgenti annovera circa 30 specie fra le quali il Torcicollo, Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Upupa, Sparviere, Poiana Tortora selvatica, Gallinella d’acqua, Rigogolo Ballerina gialla. La vera star di questi incontri è: l’arvicola acquatica italiana (Arvicola italicus). Questo roditore acquatico estremamente elusivo e schivo, da bibliografia era noto in  solamente per due località: Partenio e Garigliano. A queste due località ARDEA ha aggiunto una terza località Lago Laceno nel 2013 ed ora una quarta e preziosissima osservazione lungo le sponde del fiume Sarno.

Questa nuova segnalazione è particolarmente importante dal punto di vista conservazionistico, poiché aiuterà a comprendere meglio la distribuzione e l’ecologia di questa specie endemica italiana, ancora poco conosciuta, e dona al parco, spesso noto esclusivamente per le sue acque inquinate, una nuova specie impreziosisce il suo patrimonio faunistico.

Il monitoraggio effettuato da ARDEA fino ad ora sta dando risultati interessanti non solo sul fronte avifauna (il focus dei censimenti) ma anche rispetto ad altri altri taxa e soprattutto nel coinvolgimento della popolazione attraverso la Citizen Science e questi incontri di educazione ambientale in cui alcuni dei ragazzi hanno sottolineato la volontà di partecipare a titolo volontario alle giornate di lavoro sul campo per guardare attraverso gli occhi degli esperti il territorio in cui vivono attraverso il punto di vista degli animali che lo abitano.  

A cura dell'Associazione Ardea

Contributi a fondo perduto: occasione per gli enti non profit

Il Decreto Rilancio ha stanziato più di 2,9 miliardi di euro. A questa misura potranno accedere anche gli enti non commerciali, che presentino determinate condizioni, mentre sono esclusi quelli che possiedono solo il codice fiscale. Ecco il calcolo e le indicazioni sulla procedura da effettuare. Per sostenere le attività economiche colpite dall’emergenza “Covid-19”, ecco la nuova misura del Governo Conte, presente nel Decreto Rilancio. Si tratta di una misura che dà la possibilità di richiedere un contributo a fondo perduto, come previsto dall’ex art.25 del decreto legge 34 del 2020 (D.L. “Rilancio”), che nelle prossime settimane sarà convertito in legge.

L’Agenzia delle Entrate, attraverso la Circolare 15/E del 13 giugno 2020 con il provvedimento del 10 giugno 2020 ha spiegato come poter usufruire di tale contributo e reso note le modalità per richiedere una somma a fondo perduto. Dal 15 giugno sono più di 890 mila gli ordinativi di pagamento, che sono stati emessi per un importo complessivo 2,9 miliardi di euro. Tutte le varie somme sono state accreditate direttamente sui conti correnti di imprese, commercianti e artigiani. Al 4 luglio si è toccata quota 1.208.085 di istanze di contributo a fondo perduto richieste da tutti gli interessati presenti sul territorio nazionale. Nell’apposita sezione dedicata a tale misura di sostegno, l’Agenzia delle Entrate spiega le modalità dì come scaricare e consultare la completa ed esaustiva guida operativa.

Chi sono i soggetti e quali sono le condizioni per poterne usufruire?

Il contributo può essere richiesto dai soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva, ad eccezione di quelli previsti dall’art.25, c.2 del Decreto “Rilancio”. Per ricevere il contributo i soggetti devono aver iniziato l’attività in data antecedente al 1° maggio 2020. Possono richiedere il contributo anche gli enti non commerciali previsti all’art.73, c.1, lett. c) del D.P.R. 917 del 1986 (cosiddetto Tuir), che però esercitano un’attività commerciale in via non esclusiva né prevalente, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Non lo possono quindi richiedere gli enti non commerciali in possesso del solo codice fiscale, non svolgenti alcuna attività commerciale. Le condizioni affinché gli enti non profit possano accedere al contributo sono le stesse previste per le imprese, e cioè:

  • un volume di ricavi commerciali nel periodo di imposta precedente a quello in corso al 19 maggio 2020, data di entrata in vigore del Decreto “Rilancio” (quindi 1° gennaio 2019-31 dicembre 2019, per i soggetti il cui periodo di imposta coincide con l’anno solare) non superiore a 5 milioni di euro;
  • l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

La Circolare 15/E del 13 giugno 2020 prevede anche degli specifici chiarimenti sulle modalità di determinazione del reddito, per determinare la soglia di cui al precedente punto 1), oltre che in relazione al calcolo del fatturato e dei corrispettivi di cui al punto 2). Tutti gli enti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 e quelli con domicilio fiscale o sede operativa nel territorio di Comuni che già versavano in uno stato di emergenza al 31 gennaio 2020 (eventi sismici alluvionali o crolli di infrastrutture), hanno diritto al contributo anche se manca il requisito relativo al calo del fatturato. In questo caso, resta fermo il limite dei 5 milioni di euro nell’esercizio precedente. Per tutti questi soggetti, nel caso in cui l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2019 fosse pari a zero, sarà garantito comunque il contributo minimo, come previsto dall’art.25, c.6 del Decreto “Rilancio”. Questo contributo minimo è pari a 2.000 euro per gli enti giuridici. La lista dei Comuni, è contenuta nella tabella in calce alle istruzioni per la compilazione, prevista nell’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Le modalità di calcolo del contributo a fondo perduto

Come si calcola il contributo a fondo perduto che spetta ai soggetti beneficiari? A spiegarlo è il comma 5 dell’art.25 del Decreto “Rilancio”, dal quale si deducono le modalità che devono essere seguite anche dagli enti non profit che presentano i requisiti per fare richiesta. Il contributo spettante è calcolato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. La percentuale applicabile è stabilità in base al volume dei ricavi relativi al periodo di imposta precedente a quello in corso al 19 maggio 2020, data di entrata in vigore del Decreto “Rilancio” (quindi il periodo sarà il 1° gennaio 2019-31 dicembre 2019, per i soggetti il cui periodo di imposta coincide con l’anno solare), secondo tale schema:

  • il 20 %, se i ricavi o compensi sono stati minori o uguali a 400.000 euro;
  • il 15 %, se i ricavi sono stati superiori a 400.000 euro e minori o uguali a 1.000.000 di euro;
  • il 10 % se i ricavi sono stati superiori a 1.000.000 di euro e minori o uguali a 5.000.000 di euro.

Per chiarire quanto detto, si riportano 3 esempi, redatti da Daniele Erler nell’articolo per Cantiere Terzo Settore:

ESEMPIO 1

Associazione che nell’anno 2019 ha conseguito ricavi commerciali per un importo di 320.000 euro e che ad aprile 2019 ha contabilizzato ricavi per 60.000 euro contro 10.000 euro nell’aprile 2020. Il contributo è pari al 20% della differenza di 50.000 euro, per un importo di 10.000 euro.

ESEMPIO 2

Associazione che nell’anno 2019 ha conseguito ricavi commerciali per un importo di 750.000 euro e che nell’aprile 2019 ha conseguito ricavi per 120.000 euro contro 30.000 dell’aprile 2020. Il contributo è pari al 15% della differenza di 90.000 euro, per un importo di 13.500 euro.

ESEMPIO 3

Associazione che nell’anno 2019 ha conseguito ricavi commerciali per un importo di 2.000.000 di euro e che nell’aprile 2019 ha conseguito ricavi per 300.000 euro contro 60.000 dell’aprile 2020. Il contributo è pari al 10% della differenza di 240.000 euro, per un importo di 24.000 euro.

I termini e le modalità per presentare la domanda

I termini e le modalità di presentazione dell’istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto, sono stabiliti e previsti all’intero del provvedimento firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 10 giugno 2020. L’istanza può essere compilata ed inviata all’Agenzia delle Entrate a partire dal 15 giugno 2020 e non oltre il 13 agosto 2020. Nel caso in cui il soggetto richiedente, sia un erede che continua l’attività per conto del soggetto deceduto, in questo caso le istanze possono essere inviate a partire dal 25 giugno e non oltre il 24 agosto. L’invio delle istanze dovrà avvenire con modalità telematiche, attraverso i canali dell’Agenzia delle entrate o in alternativa attraverso il servizio web disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia delle entrate. L’istanza che può essere trasmessa anche attraverso l’ausilio di un intermediario abilitato (vedi C.A.F. o commercialista).

Ogni istanza dovrà essere corredata di questi dati:

  • il codice fiscale dell’ente che richiede il contributo e del suo rappresentante legale;
  • l’Iban del conto corrente su cui accreditare la somma, intestato o cointestato al soggetto che richiede il contributo;
  • tutti i dati necessari a determinare la spettanza e l’ammontare del contributo, tra i quali il fatturato e i corrispettivi dei mesi di aprile 2019 e aprile 2020.
  • Come già detto in precedenza, nell’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate è comunque possibile trovare tutte le informazioni e la modulistica relativa alla presentazione dell’istanza di contributo.

Natura del contributo fondo perduto e concorso alla formazione del reddito

Come stabilito nella Circolare 15/E del 13 giugno 2020, il contributo in questione è un contributo in conto esercizio. Questo viene erogato ad integrazione per tutti i mancati ricavi registrati dal contribuente a in seguito alla crisi causata dalla diffusione del Covid-19. Il contributo non forma la base imponibile ai fini delle imposte dirette, ma soprattutto non assume rilevanza nella determinazione della base imponibile dell’imposta regionale sul valore aggiunto (Irap). In più, non incide sul calcolo degli interessi passivi deducibili come stabilito anche dall’art. 61 del Tuir, e sulla deducibilità dei costi diversi dagli interessi passivi come stabilito dall’articolo 109, comma 5 del Tuir.

Workshop - Le comunità dei fiumi. Racconti di esperienze, approcci e strumenti dal Sacco al Sarno

Per il ciclo dei workshop targati Legambiente all'interno del Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno ‘’Racconti di esperienze, approcci e strumenti” si è svolto il meeting Le comunità dei fiumi: dal Sacco al Sarno. Un incontro che ha messo in luce i problemi ‘purtroppo’ simili tra i due fiumi.

Gli sversamenti illegali nei fiumi sono un problema non solo per i fiumi campani, tra cui c’è anche il Fiume Sarno come visto in questo periodo, ma anche di molti fiumi italiani. Tra questi c’è anche Fiume Sacco nel Lazio, un contratto di fiume che ha carattere nazionale.

Rita Ambrosino di Legambiente Anagni insieme ad Elisa Guerriero - Assessore nel Comune di Ceprano (Frosinone) ed ingegnere ambientale, hanno spiegato come mettere in atto il contratto di fiume è stato qualcosa di difficile. Qualcosa che necessita di tanto volontariato, vista la lacuna legislativa, e lavoro per portare avanti un lavoro che necessita di essere portato avanti per la salvaguardia del territorio.

Il Fiume Sacco è un fiume che come tanti fiumi, subisce tanto inquinamento. Tanti sversamenti che hanno portato a numerosi problemi. Non solo ha inquinato le acque, ma a seguito delle esondazioni, i materiali chimici rilasciati dalle numerose aziende nel fiume, hanno contaminato i numerosi terreni agricoli nelle vicinanze. Una contaminazione che oltre alle acque, sì prolunga anche con la presenza di numerose polveri sottili. Una situazione che ha portato il Fiume Sacco alla ribalta delle cronache.

Numerose associazioni, tra cui Legambiente, e la partecipazione di numerosi comuni del territorio laziale hanno messo in atto il processo per la cura del Fiume Sacco. Il comune capofila delle istanze e del Contratto del Fiume Sacco è stato il Comune di Ceprano che ha portato avanti il progetto, e ogni azione annessa, per salvaguardare un fiume che coinvolge numerosi comuni del territorio laziale e siti di interesse nazionale.

Contratti del Fiume Sacco, che risulta essere il progetto vincitore della Regione Lazio. Un progetto che attraverso un’indagine conoscitiva porterà ad avere un’analisi dei 90 km del Fiume Sacco. Ha l’obiettivo la scansione attraverso termocamere di tutta l’asta pluviale per individuare tutti gli scarichi che ad oggi non sono conosciuti. Si vuole migliorare le acque non solo su dati già conosciuti, ma bisogna andare alla ricerca di tutti quegli elementi delle criticità che pesano sul fiume. Una redazione di un database geo-referenziato di tutte le informazioni di attività presenti e gli elementi che interessano il bacino.

Grazie alle associazioni e volontari, tutto il lavoro che sino a questo momento è stato svolto è stato pubblicato sul sito www.contrattodifiumesacco.it. L’attività dei volontari vuole portare la popolazione a riscoprire il Fiume Sacco non solo per la sua presenza, ma anche per le sue criticità. Quindi attori locali e sovralocali sono chiamati a cambiare il modus operandi, portando tutti a rivivere un fiume Sacco come una volta e non come un fiume legato a tristi episodi.

Come detto l’inquinamento non riguarda solo il Fiume Sacco, ma anche il Fiume Sarno. Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente, ha spiegato come il tema dell’inquinamento è qualcosa di importante contro cui combattere. Un qualcosa che sfugge ai monitoraggi, all’osservazione costante, ma che causa numerosi problemi alle nostre acque. Un problema spesso vissuto dalle sole comunità locali e non a livello nazionale. Un problema che causa problemi alle attività agricole, ma anche ad aziende nuove che subiscono i comportamenti sbagliati del passato. I diversi scarichi industriali, rappresentano situazioni di inquinamento davvero pericolose e spesso non tenute sotto controllo, portando quindi a problemi pesanti ai corsi fluviali e non solo. Qualcosa che avviene nel fiume Sacco, ma anche nel Fiume Sarno. I contratti di Fiume, come avvenuto per il Fiume Sacco possono essere strumenti utili a salvaguardare il territorio.

Laura Saija (Ricercatrice DICAR - Università degli Studi di Catania, caso del contratto di fiume Simeto), ha spiegato come anche nella bella Sicilia i problemi legati all’inquinamento dei fiumi non è da meno. Grazie a tanta creatività, vista l’assenza dei contratti di fiume, sono state diverse le attività che hanno portato e stanno assicurando la difesa di questo fiume. L’attività della comunità sinetina, grazie all’intreccio di altri interessi, e combinando aspetti della protesta con momenti di felicità ha portato all’interesse verso qualcosa che sembrava quasi invisibile.

Antonio Crescenzo, Presidente del Parco del fiume Sarno), partner del Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD avente come capofila Legambiente – con ADIM Srl tra i partner - ha spiegato il lavoro che svolge insieme a tutte le altre associazioni e partner il lavoro per il fiume campano. L’attenzione di Crescenzo è quello di far sentire il corso d’acqua come un qualcosa di così naturale e proprio per aumentare l’attenzione e salvaguardia di un fiume, che sia Sacco o Sarno. Un contratto di Fiume, può essere una soluzione per far sì che i tratti fluviali possano avere la giusta attenzione. Attraverso la partecipazione al bando della Regione Campania, si punta alla salvaguardia un fiume e territorio martoriato dall’inquinamento.

Il lavoro che porta avanti il Parco del fiume Sarno è quello che un problema così difficile venga posto e portato avanti con la giusta conoscenza, ma anche con tutti gli strumenti necessari per affrontare queste cose così difficili. L’obiettivo dell’ente parco è quello di denunciare, ma anche quella di promuovere il territorio. Quest’ultima azione però, nonostante la ricchezza e bellezza del territorio, non può essere portata avanti a causa di un inquinamento, problema pesante che blocca quasi ogni azione di promozione.

Il contratto di fiume che insieme agli enti di settore che possono quindi essere una soluzione per la salvaguardia di questi tratti fluviali. Giancarlo Gusmaroli, direttore tecnico del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, ha spiegato come questo strumento possa essere utile a spingere e richiamare l’attenzione su casi come quelli del Fiume Sacco e Sarno. Sono troppe le attività contro i corsi fluviali e che contrastano il loro sviluppo. Solo portare raccogliere e richiamare l’attenzione su tutti i corsi fluviali, anche attraverso i contratti fluviali può portare a bloccare le attività sbagliate, sviluppare nuove idee e promuovere territorio importanti.

Mettere in evidenza il contratto di fiume, precisamente il suo carattere pedagogico, permette ad una comunità di crescere, diventando una comunità di Fiume. Situazione che porta a capire quanto sia importante questo elemento, per la riqualificazione di un fiume. Spesso però si pensa che la riqualificazione passi per la qualità delle acque. Solo se queste sono buone o meno. Come spiega Giancarlo Gusmaroli, la leva pedagogica deve far capire che ‘’si va al fiume anche quando il fiume e le acque di quest’ultimo non è bello, è ferito e sta male’’.

Si tratta di una metodologia che porta a far capire quanto sia importante quel tratto fluviale alla comunità che non deve perdere le attività prima di avviare una fase di riqualificazione delle acque e del territorio. Anche davanti al degrado, dev’essere importante seminare la volontà di voler cambiare passo. “Il contratto di fiume è un enzima, che partendo dai vari settori, inizia a portare il cambiamento. Se il contratto porta al tavolo persone per il cambiamento, l’importante è che non implementi società già presenti, ma apra a nuove suggestioni. Questo in Italia è riconosciuto dalla normativa nazionale: i contratti di fiume. A livelli nazionali, regionali e comunità possono portare a migliorare la natura evitando rischi e portando a numerosi vantaggi”, così ha concluso Gusmaroli.

Workshop Legambiente APPlichiamoci “La tecnologia al servizio della natura”: tecnologia e citizen science per avvicinare i cittadini

Si è svolto lo scorso 22 maggio il workshop Legambiente dal titolo APPlichiamoci “La tecnologia al servizio della natura”. Tecnologia e Citizen Science sono state le due parole chiavi di questo meeting che ha avuto come obiettivo quello di capire come la tecnologia e le numerose attività di Citizen Science possono essere utili alla biodiversità.

Il progetto Ornitho: la citizen science legata al birdwatching

Il primo progetto presentato nel corso di questo Workshop è stato quello del dott. Roberto Lardelli: Ornitologo- Presidente Ass. Ficedula / BirdLife Svizzera. Un progetto che ha come obiettivo di portare avanti la ‘Citizen Science’ per sensibilizzare tutti i cittadini sulla biodiversità e la conservazione ambientale.

Con il progetto Ornitho, ossia una piattaforma comune d’informazione di ornitologi e birdwatcher italiani e di molte associazioni ornitologiche nazionali e regionali, si è data la possibilità dello studio, la conservazione degli uccelli, il birdwatching e la loro promozione su tutto il territorio italiano e europeo.

Un progetto interessante, una ‘citizen science’ che ha visto la partecipazione di numerosi osservatori nel corso degli ultimi anni, che con i loro dati danno la possibilità non solo di mappare un determinato territorio, ma anche di aumentare la banca dati – questa raccoglie dati dal 1902 ad oggi – che può essere messa a servizio di tutti coloro che vogliono condurre degli studi.

iNaturalist, l’app per osservare e monitorare la biodiversità

Simile all’esperienza Ornitho, c’è il progetto di ARDEA presentato da Rosario Balestrieri Ornitologo e Presidente Ass. Ardea. Anche per la Campania, in particolare sul Fiume Sarno, ad esempio, c’è l’osservazione di numerose specie di uccelli che vivono il territorio e che purtroppo sempre più spesso incappano nell’inquinamento più totale. Grazie alla partecipazione di questa Citizen Science e all’ausilio della tecnologia che rende tutto più facile, tutti gli appassionati e non solo dell’ornitologia, possono dare il loro contributo utilizzando l’app iNaturalist.

Attraverso quest’app ogni osservazione può contribuire alla scienza della biodiversità. Attraverso una semplice foto, infatti, sarà possibile capire non solo quello che si sta osservando – dagli animali sino alla fauna – ma arricchire un ampio database scientifico come quello del Global Biodiversity Information Facility. L’obiettivo è quello di aiutare gli scienziati a trovare ed utilizzare questi dati. Tutto questo grazie alla partecipazione e la condivisione di dati con un semplice smartphone.

Le attività di Citizen Science targate Legambiente

Le esperienze di Citizen Science legate all’ausilio della tecnologia sono numerose e lo sa bene anche Legambiente. Tra le varie attività di Citizen Scienze proposte da Legambiente, come spiegato da Carmela De Vivo, Dott.ssa in Scienze ambientali c’è anche quella della Goletta dei Fiumi Campani. Un progetto che ha come obiettivo quello di monitorare lo stato dei maggiori fiumi della regione, tra cui anche il Fiume Sarno. Attraverso dei semplici passaggi, effettuati anche dai numerosi partecipanti all’attività, la dott.ssa De Vivo ha mostrato come è avvenuto il campionamento e l’analisi del fiume Sarno nel 2019, che hanno portato ad avere numerosi dati davvero interessanti per la salvaguardia del territorio.

Questa però non è l’unica attività di Citizen Science targata Legambiente. Infatti, come raccontato da Eva Barca, volontaria Legambiente vi sono state altri progetti svoltisi in Campania, che hanno portato ad avvicinare tante persone, soprattutto ragazzi ad attività per la tutela del territorio. Strumenti, conoscenza, partecipazione, scoperte e divertimento: così possono riassumersi molte delle attività di Citizen Science Legambiente che hanno portato numerosi cittadini a conoscere qualcosa di nuovo e di interessante.

Animali e non solo: le attività di monitoraggio di specie aliene

Animali e non solo. Diverse attività di monitoraggio e comprensione dei cambiamenti della biodiversità dovute a forme aliene sono state spiegate da Luciano Ventura di Legambiente Nazionale. Dagli insetti, passando per le piante, sino ad alcune specie di animali, Luciano Ventura ha spiegato come far conoscere quali sono le nuove tipologie di specie presenti e come influiscono molto spesso negativamente sul territorio può essere importante per tutelare il nostro ambiente.

Gaia Observer: la cittadinanza attiva a portata di smartphone

In chiusura è stata presentata anche l’app Legambiente dal nome Gaia Observer. Nata dal progetto ‘Volontario per natura’ che aveva l’obiettivo della cittadinanza attiva, Grazie a questa facile e semplice applicazione di monitoraggio ambientale, sarà possibile difendere la natura, segnalando con foto, testo e posizione eventuali discariche abusive, incendi, attività di bracconaggio e molto altro, agli Enti preposti alla difesa dell’ambiente. Un esempio di cittadinanza attiva anche a portata di smartphone.

Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno: Fiume Sacco protagonista del prossimo workshop

Nuovo Workshop Legambiente in programma martedì 26 maggio. Sulla piattaforma di videoconferenze Zoom – ecco il link (https://forms.gle/HCDdVfn26MLWDW1Q7) per registrarsi entro il 26 maggio mattina - ci sarà il workshop intitolato Le comunità dei fiumi: racconti di esperienze, approcci e strumenti dal Sacco al Sarno. L’obiettivo di questo incontro – appartenente al Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD avente come capofila Legambiente – è quello di formare e sensibilizzare i partecipanti circa la salvaguardia del territorio del Fiume Sarno.

Grazie alla presenza dei diversi gruppi che operano sul Sarno (cittadini, attivisti, istituzioni, ecc.), si punta a creare un dialogo per coinvolgere e sensibilizzare i cittadini, facendo capire qual è la mission, ossia la salvaguardia del territorio.

Il workshop, che vedrà il racconto del Fiume Sacco - affetto da gravi problemi di inquinamento –  è rivolto alle istituzioni e ai tecnici, con il quale si cercherà di ragionare sull'importanza del coinvolgimento dei cittadini. Oltre agli interventi spot sul Sarno, la presenza degli attori istituzionali che vorremmo sempre più incisivi sui fiumi campani, si punta anche ad un maggior coinvolgimento dei cittadini su questo problema.

Tema del dibattito saranno le alleanze al piano istituzionale. Per questo motivo, l’invito all’evento è proposto soprattutto ai presidenti dei parchi fluviali campani e gli amministratori interessati. L’incontro è moderato da Marilena Prisco, direttivo Legambiente Campania.

Programma del workshop “Le comunità dei fiumi: racconti di esperienze, approcci e strumenti dal Sacco al Sarno”:

Il caso del fiume Sacco (Lazio), Elisa Guerriero - Assessore nel Comune di Ceprano (Frosinone) ingegnere ambientale, coordinatrice del contratto di fiume Sacco e Rita Ambrosino - Legambiente Anagni

Tavola Rotonda. Partecipano Elisa Guerriero, Giorgio Zampetti (direttore nazionale Legambiente), Laura Saija (Ricercatrice DICAR - Università degli Studi di Catania, caso del contratto di fiume Simeto), Antonio Crescenzo (Presidente del Parco del fiume Sarno) 

Coordina: Marilena Prisco, direttivo Legambiente Campania

L’inchiesta di Antenna 3 sul Fiume Sarno

Fiume Sarno protagonista del programma televisivo ZOOM, in onda oggi alle ore 15 su Antenna 3 canale 186 del Digitale Terreste. Grazie all’intervento di numerosi ospiti, il programma - che sarà possibile seguire anche sulla pagina Facebook di Antenna 3 e Agrotoday – si occuperà di un Fiume, che nonostante la sua brevità, è importante per la Campania. Sono lontani i fasti tempi in cui questo fiume era visto come un Dio e addirittura citato da numerosi poeti e scrittori. Nell’ultimo periodo, infatti, il Fiume Sarno è visto come il ‘fiume dei veleni’, a seguito dei numerosi sversamenti illeciti di numerose aziende del territorio. Tra aziende agricole e non solo, sono diversi i materiali tossici che finiscono e inquinano le acque del fiume. Un problema serio, che più volte ha visto l’accorato appello di numerose associazioni – Legambiente su tutti – allo Stato. Anche nell’appuntamento di oggi, Legambiente farà sentire la sua voce grazie a Mariateresa Imparato presidente regionale della Campania di Legambiente Onlus. A parlare e analizzare la situazione del Fiume Sarno ci saranno anche, il Sindaco di San Marzano sul Sarno Cosimo Annunziata, l'ambientalista Pasquale Milite, l'europrogettista e giornalista Salvatore Sparavigna e l'ingegnere Giovanni D’Amato.

Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno: Workshop - APPlichiamoci “La tecnologia al servizio della natura”

Nuovo Workshop Legambiente - APPlichiamoci “La tecnologia al servizio della natura” in partenza, il prossimo venerdì 22 maggio alle ore 18. Pronto un nuovo appuntamento dedicato al progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD e avente come capofila Legambiente.

Nel nuovo workshop, tutti i cittadini che interverranno potranno partecipare ad intensa attività di formazione e condivisione. L’obiettivo è quello di promuovere la consapevolezza, ma soprattutto il senso critico riguardo i geo rischi e le pressioni che riguardano il territorio del Fiume Sarno e non solo. Salvaguardare quindi il territorio attraverso l’uso di semplici strumenti che saranno messi a disposizione dei cittadini, che da semplici osservatori, potranno diventare dei veri e propri protagonisti attivi per tutelare la natura che ci circonda.

L’evento – per partecipare basterà registrarsi a questo link: https://forms.gle/a1MwHtTQkNpSgJmTA - si svolgerà sulla piattaforma di videoconferenze Zoom. A farla da padrona ci sarà la tecnologia, ossia uno strumento utile e valido ma anche accessibile a tutti in quest’era, che si rivela essere importante salvaguardare la natura che ci circonda. Si punta ad ampliare la citizen science. Quest’ultima non è solamente una metodologia di ricerca scientifica, ma anche un valido e attraente strumento per coinvolgere e formare i tanti cittadini anche per la salvaguardia e la promozione del territorio.

Tecnologia e non solo. Tanti gli ospiti previsti, che attraverso i loro racconti, spiegheranno l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini per la salvaguardia del territorio. Dai racconti in chiave europea sino ad un’analisi del territorio, con un focus particolare sul bacino idrografico del Sarno. Interverranno Roberto Lardelli: Ornitologo- Presidente Ass. Ficedula / BirdLife Svizzera, Rosario Balestrieri: Ornitologo - Presidente Ass. Ardea, Carmela De Vivo: Dott.ssa in Scienze ambientali, Eva Barca: volontaria Legambiente e Luciano Ventura: Legambiente Nazionale, con la discussione che sarà moderata da Francesca Montuoro di Legambiente Campania.

Per partecipare all’evento basterà registrarsi al link sopra riportato, entro la mattina di venerdì 22 maggio. Subito dopo la registrazione le istruzioni per prendere parte al workshop saranno inviate direttamente sulla mail.

Fase 2 Emergenza covid 2019: Ripresa delle attività' giudiziarie a far data dall'11 maggio 2020

COMUNICATO STAMPA

FASE 2 EMERGENZA COVID 2019. RIPRESA DELLE ATTIVITA' GIUDIZIARIE A FAR DATA DALL'11 MAGGIO 2020.

PROBLEMATICHE CONNESSE ALLA RIAPERTURA DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE NEL MEZZOGIORNO ED IN PARTICOLARE NELLA REGIONE CAMPANIA INERENTI ALLA INIDONIETA' DEGLI AMBIENTI, ALLA CARENZA DI INFORMATIZZAZIONE DEGLI UFFICI ED ALLA IMPOSSIBILITA' DI AVVALERSI DELLA TRATTAZIONE SCRITTA IN DEROGA ALLA DISCIPLINA RECATA NEL CODICE DI RITO.

CRITICITA' NELLA GESTIONE E NELLO SMALTIMENTO DEL CONTENZIOSO E DEI CONNESSI ADEMPIMENTI A CARICO DELLE PARTI E DEL PERSONALE DI CANCELLERIA. ASSENZA DI REALI TUTELE PER GLI OPERATORI DEL DIRITTO.

NECESSITA' DI PROROGARE LA SOSPENSIONE DELLE ATTIVITA'

La gestione della fase 2 dell'emergenza epidemiologica da Covid 19, che si riassume nel concetto di "riapertura", suscita non poche perplessità in assenza di discipline omogenee e criteri certi cui ispirarsi perché non siano posti nel nulla i sacrifici umani ed economici richiesti durante i due mesi di blocco della maggior parte delle attività del Paese. Quel che in questa sede maggiormente interessa ed invita ad una attenta riflessione, è la scarsa attenzione che le Istituzioni hanno mostrato per il settore della giustizia, dimenticandone l'amministrazione e lasciando agli organi di rappresentanza ed ai vari Tribunali la facoltà di regolamentare, con diversi protocolli di intesa, la modalità con le quali dare attuazione alla fase 2, quella della riapertura. Senonché, gli operatori del diritto sanno bene che in assenza di disciplina organica, di criteri certi ed omogenei si rischia un vero e proprio attentato alla legalità ed in definitiva un diniego di giustizia a discapito non solo dei cittadini, ma anche di coloro che potrebbero vedere irrimediabilmente mortificato il senso intrinseco della professione scelta, quella forense.

La lente di ingrandimento per focalizzare tali scenari, è proiettata principalmente sui Tribunali del meridione, da sempre costretti a lavorare in condizioni maggiormente disagiate sotto più profili e, ancor più, sugli uffici del Giudice di Pace, che rappresentano una realtà, purtroppo, eccessivamente trascurata benché, in virtù delle sempre più ampie competenze sancite dall'art. 7 c.p.c., si trovino a gestire la maggior parte del contenzioso, soprattutto di natura risarcitoria.

Studio Legale – Associato Vizzino

Scarica il Comunicato Stampa Integrale.

Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno: Workshop online “Le comunità dei fiumi: Giovani e partecipazione”

Nella giornata di martedì 28 aprile si è svolto il workshop di Legambiente dal nome “Le comunità dei fiumi: Giovani e partecipazione”, un appuntamento che ha dato la possibilità a tutti coloro che sono intervenuti, non solo di venire a conoscenza di quello che è il progetto legato al Parco del Fiume Sarno, ma anche di produrre delle idee utili per continuare a fare meglio.

Partecipazione, cura e vivere attivamente il parco: queste le tre parole chiavi che si legano al nome del progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno, sul quale si è sviluppato questo workshop che ha regalato degli spunti davvero interessanti non solo per portare avanti il progetto curato da Legambiente e dai numerosi partner – tra questi anche ADIM SRL ndr – ma anche per regalare delle risposte alla popolazione che vive quel territorio, come ha dichiarato Antonio Giattanasio: “In questo workshop, ricerchiamo non solo le azioni che possiamo svolgere, ma anche quello che voi potete chiedere a noi

Dalla cura dell’ambiente alla maggiore partecipazione non solo dei più giovani, ma anche delle diverse comunità legate al territorio: sono questi alcuni dei risultati raggiunti e mostrati da Francesca Montuoro che ha spiegato il vero significato di partecipazione: “La parola partecipazione non consiste solo partecipare all’azione, che migliora il territorio o che denuncia cosa non funziona, ma significa anche partecipazione al territorio, conoscenza in tutte le sue parti. Richiamano la parola partecipazione, non solo nelle esperienze dei campi sul territorio, ma anche nel vivere le bellezze storiche-artistiche, facendo partecipare in toto i ragazzi e la popolazione. La partecipazione nei campi è stata declinata in tanti modi: dal restauro al rifacimento dell’arredo urbano, sino al progetto City and Signs”.

Proprio di City and Signs, ne ha parlato Francesco Esposito spiegando che: “City and Signs, progetto svolto durante i campi di volontariato Legambiente, ha portato dei frutti non visibili, come una conoscenza del territorio all’interno dei cittadini. Altro risultato ottenuto e forse anche visibile è legato all’aspetto scientifico, che conferisce dei risultati che non solo sono realizzati dai cittadini, ma da questi visibili ed estremamente utili per il territorio e non solo”.

Numeri, grafici e dati che dimostrano come la partecipazione dei cittadini è legata indissolubilmente alla cura di un territorio spesso martoriato da un inquinamento. Quindi, partecipazione come protagonismo del proprio territorio che punta alla cura di questo. Una cura che può avvenire in diversi modi, ad esempio come accaduto in Piemonte, dove i ragazzi di Legambiente che hanno svolto un lavoro simile sul Po e Ticino, hanno coinvolto non solo le persone del territorio, ma anche ragazzi dell’Ungheria per uno scambio interculturale basato sulla cura del territorio in qualsiasi parte del mondo.

Oppure, come affermato da Antonio Crescenzo, Presidente del Parco Fiume Sarno: “Si può avere cura di un territorio, anche partecipando al Bando Regionale circa la gestione del Fiume Sarno: questo significa dare un segnale alla gente di avere una maggiore partecipazione ad un progetto legato al territorio”.

Partecipazione, cura ma anche vivere il progetto. Questo è quello che ha provato a spiegare ARDEA, mostrando come conoscere bene la fauna permette non solo di partecipare, ma anche di vivere al meglio la fauna senza occupare gli spazi degli animali. In chiusura gli interventi di numerosi ragazzi, associazioni e politici hanno regalato testimonianze, idee e soluzioni per continuare a fare luce e salvaguardare il Parco del Fiume Sarno, nato nel 2003 con lo scopo di valorizzare il percorso fluviale e il patrimonio storico, culturale, ambientale ed archeologico del territorio.

Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno: il 28 aprile c’è il Workshop - Le comunità dei fiumi: Giovani e partecipazione

Workshop Legambiente - Le comunità dei fiumi: Giovani e partecipazione in programma martedì 28 aprile a partire delle ore 18. Attraverso la piattaforma Zoom, Legambiente Campania insieme a tutti i partecipanti si riunisce per parlare e cercare nuove idee e soluzioni per il Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno.

Curare il Fiume Sarno. Nonostante il Coronavirus abbia attenuato il problema e dato maggior respiro alle sue acque, Legambiente non si ferma e con il Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD e avente come capofila proprio Legambiente si pone come obiettivo quello di tenere cura e tornare a vivere al meglio il Parco del Fiume Sarno.

Workshop Legambiente - Le comunità dei fiumi: Giovani e partecipazione

Le comunità, le associazioni, amministrazioni, università ed enti di ricerca quali strumenti hanno le per mettere in atto la cura e la valorizzazione del fiume Sarno A questa e molte altre domande, proveranno a rispondere i giovani e gli esperti che interverranno all’interno del Workshop Legambiente - Le comunità dei fiumi: Giovani e partecipazione.

Attraverso le esperienze messe in campo nel corso degli ultimi anni, l’obiettivo del Workshop di Legambiente che si terrà il prossimo 28 aprile sulla piattaforma Zoom, è quello di far emergere nuove idee e spunti per aumentare, rafforzare ed aggiornare le azioni utili alle comunità ma soprattutto che i giovani possono realizzare, per la salvaguardia del territorio.

Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno

Il progetto Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno ha come obiettivo quello di ridurre al minimo i rischi ambientali che attanagliano il Parco regionale del Fiume Sarno, che spesso è stato scenario di inquinamento, incendi e perdita di biodiversità. Legambiente insieme ai diversi partner del progetto – tra cui anche AdIM SRL – oltre a incontri pubblici, eventi di pulizia di spiagge, attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale a favore di studenti, imprese, associazioni, istituzioni e cittadini, vuole ricercare e attuare una serie di interventi di vigilanza: campi di volontariato (120 partecipanti) per l’avvistamento di incendi e eventuale allerta delle strutture deputate allo spegnimento (circa 30 segnalazioni). Verifiche antinquinamento degli scarichi pubblici e privati – in collaborazione con le autorità preposte. Contrasto all’abbandono di rifiuti (30 casi segnalati alle autorità) ed anche attività di protezione civile.

Per tutelare invece la biodiversità si mira a realizzare un monitoraggio dell’ecosistema faunistico delle zone umide di Longola e della foce del Sarno. Si vuole garantire la conservazione di almeno 15 specie di uccelli che stazionano o transitano (sosta migratoria) in queste aree sempre più colpite. Il progetto mira alla realizzazione anche di un’attività di vigilanza del patrimonio ittico e interventi di tutela dei funghi e dei prodotti di sottobosco. La riqualificazione fluviale con la creazione di una piantumazione di specie tipiche perifluviali è invece l’obiettivo per stabilizzare gli argini e di conseguenza a ridurre il rischio di dissesto. Il Fiume Sarno significa anche vivibilità dell’ambiente ed il progetto mira anche ad una fruizione sicura di questo tratto di fiume. Per questo con il progetto Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno si intende realizzare degli interventi (staccionate o talvolame in legno) per permettere a tutti di vivere un territorio meraviglioso della Campania.

di AdIM

Con il sostegno di:
FONDAZIONE CON IL SUD

Soggetto Responsabile di progetto:

LEGAMBIENTE CAMPANIA ONLUS

Partner di progetto:

PARCO REGIONALE DEL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME SARNO (Organo di Gestione)

AdIM SRL - AGENZIA D’INFORMAZIONE MEDITERRANEAARDEA

ASSOCIAZIONE PER LA RICERCA, LA DIVULGAZIONE E L’EDUCAZIONE AMBIENTALE

ASSOCIAZIONE PROVINCIALE “ACCADEMIA KRONOS”

COMUNE DI SAN MARZANO SUL SARNO

COMUNE DI SARNO CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

ISTITUTO PER I POLIMERI, COMPOSITI E BIOMATERIALI CNR

CONSORZIO DI BONIFICA INTEGRALE COMPRENSORIO SARNO

DEMAGO COOPERATIVA SOCIALE

UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II – DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA

Turismo in Campania, appello dell’Abbac a consiglieri e giunta regionale. Serve un piano straordinario, a rischio povertà migliaia di famiglie

Turismo, l’appello dell’Abbac ai consiglieri regionali della Campania. Agostino Ingenito: “Gli onorevoli di questa Regione battano un colpo e raccolgono proposte che si trasformino in ordini del giorno ed impegni concreti del Consiglio regionale in sinergia con la Giunta. Le iniziative intraprese dal Piano economico sociale del Governatore non sono risolutivi, tengono conto di una contingenza emergenziale e sono squilibrati rispetto all’esigenza di programmare un possibile ed auspicabile rilancio per una stagione ormai compromessa che lascia senza alcun reddito migliaia di famiglie del nostro settore. Alla riunione web promossa dall’Assessore Corrado Matera, sono emerse posizioni attendiste verso le azioni del Governo, ma nulla che riguardi impegni concreti della Regione per un rilancio autentico che passi attraverso risorse per un progetto di turismo di prossimità, risorse economiche per promo commercializzazione del territorio con un voucher integrativo a quello previsto dal Governo per stimolare la domanda interna, un piano serio di turismo sostenibile con un pacchetto di incentivi e contributi fattivi anche in termini di favorire mobilità a basso costo per chi raggiunge la Campania. Il treno per il Cilento non basta. Nulla si sa della mobilità via mare, di possibili pacchetti turistici, di auspicabili accordi con autostrade e compagnie aeree. Ricordo che la Regione ha investito milioni di euro per una piattaforma turistica mai partita, come resta impantanata quella governance tanto auspicata dell’ agenzia regionale Campania Turismo ancora alla prese con la gestione del personale e delle strutture delle ormai superate apt e ept . Speriamo di non ritrovarsi a luglio ed agosto con la solita spartizione di risorse economiche per sagre ed eventi che di rilevanza nazionale ed internazionale hanno ben poco e che nulla aggiungeranno in termini di presenze ospiti. Serve davvero un piano straordinario per il turismo. La Regione no conosce la sua consistenza ricettiva, non sa di migliaia di famiglie che con regolari scie amministrative e versamenti di tributi locali, hanno garantito reddito a tante località e risorse per milioni di euro per la filiera. Servono azioni concrete, con il sostegno alle strutture ricettive, contributi per la sanificazione, la domotica, per detassare i costi di gestione degli immobili anche ricorrendo ad un gettito integrativo dei Comuni che aderiscano ad un progetto di turismo sostenibile e di prossimità. Auspichiamo che i parlamentari regionali poco incisivi in questa fase emergenziale, diano un segno ed ascoltino veramente le categorie. A noi non basta un webinar per raccogliere lamentele, serve che le idee le producano anche chi ci governa, perché potrebbero dirci quali risorse possono essere usate. Non ha alcun senso, inviare un elenco di proposte, facciamo il contrario, ci dicano loro cosa possono mettere in campo di in termini di risorse economiche, visto l’ingente fondo in parte svincolato del Fesr e lavoriamo veramente in sinergia. Il turismo in Campania non è una mera filiera, è un segmento economico rilevante del nostro tessuto produttivo e per tale settore serve un piano industriale.

Agostino Ingenito

Presidente A.B.BA.C.

15 Produttori di Taurasi per Sconfiggere il Covid 19

Lodevole e creativa l’iniziativa promossa dal Sindaco del Comune di Taurasi (AV), Antonio Tranfaglia, l’avvocato Lorenzo Mazzeo, presidente dell’International Rotary Taurasi e lo storico dottore Nicola Forte che insieme a quindici produttori di Vino Taurasi hanno deciso di impegnarsi attivamente per combattere il Covid 19 attraverso la donazione di alcune centinaia di bottiglie di vino per aiutare la ricerca. Tutto parte dalla recente ricerca scientifica sul Resveratrolo (pubblicata sulla rivista Nature) ad opera dell‘Università Federico Il secondo cui il miracoloso vino Taurasi, prodotto conosciuto per le sue ricche proprietà antiossidanti, potrebbe essere un alleato per la cura alternativa del Coronavirus.

Il sindaco di Taurasi, Antonio Tranfaglia: «Mandiamo ai medici le nostre bottiglie di vino affinché possano trasformarle in veri e propri proiettili da sparare contro il Covid-19».

Scarica il Comunicato Stampa del Comune di Taurasi

Fase 2 - Covid-19: Apertura uffici giudiziari

Comunicato Stampa
Aperura uffici giudiziari

Covid 19 – fase 2. Riapertura degli uffici giudiziari non senza attuare misure a tutela dei diritti e della salute degli operatori della giustizia. Legittime istanze di magistrati, avvocati e personale di cancelleria.

L'emergenza Covid 19, purtroppo, ha fatto registrare, insieme ad altri provvedimenti limitativi delle libertà personali, il più eclatante dei provvedimenti, la chiusura del sistema Giustizia su tutto il territorio nazionale, cosa mai accaduta in epoca repubblicana.

Ovviamente le motivazioni che hanno portato alla definitiva chiusura degli uffici giudiziari, soprattutto nell'immediato, erano più che giustificate; a Napoli, addirittura, si è dovuto registrare un'inversione dell'onere della prova, in termini di iniziativa, tenuto conto che i vertici locali della magistratura non intendevano chiudere gli uffici, pur invitati a tanto dal COA e dagli eventi di contagio; il tutto si è spinto sino alla proclamata astensione da parte del Consiglio napoletano, poi estesa su tutto il territorio nazionale dalle istituzioni rappresentative forensi, e ciò fino ad arrivare ad un vero e proprio braccio di ferro tra magistratura ed avvocatura, poi risolto, finalmente, dai DDPPCCMM e dai Decreti succedutisi nelle ultime settimane.

Gli avvocati, quindi, sono stati i primi a denunziare una situazione incresciosa che li vedeva sottoposti ad attese ed assembramenti pericolosissimi fuori alle aule dei giudici, che nel frattempo si proteggevano, imponendo le distanze.

Gli avvocati anche ora che il numero dei contagi comincia ad essere sempre più rincuorante, soprattutto al sud, intendono essere i primi a sottoporre una serie di prescrizioni che possano garantire a tutti gli addetti ai lavori, dignità e sicurezza nell'esercizio della professione nel mentre si opera all'interno degli uffici giudiziari.

Avv. Riccardo Vizzino

Avv. Emma Vizzino

per leggere l’articolo integrale apri o scarica allegato il Comunicato Stampa integrale.

Turismo Campania: Nota Otei/Abbac a Governo e Regione

No ad ulteriore indebitamento delle imprese turistiche, soprattutto per sostenere la pesante situazione economica a seguito della pandemia e si a contributi a fondo perduto per compensare i mancati guadagni, con esenzioni utenze e tari, sospensione e riduzione iva, una moratoria sulle locazioni che risolva l’enorme rischio di contenziosi possibili e rimborso per spese sanificazione ed intervento di adeguamento strutturale sanitario. Queste sono alcune delle proposte che sono state esposte dalla rete nazionale e territoriale del settore extralberghiero coordinato dal presidente Agostino Ingenito e integrata alle nota inviata alla Regione per ciò che attiene il piano economico e sociale, varato la scorsa settimana dal Governatore De Luca. Serve un fondo per le attività integrative del reddito.

Agostino Ingenito

Presidente A.B.BA.C.

Welfare e Tracciabilità

Ecco cosa avviene quando le leggi dello Stato e le ordinanze regionali creano confusione nei cittadini.

Fermo restando un'armonizzazione delle stesse, porrei l'attenzione sugli effetti perversi che le politiche di welfare pubblico creano nell'apparato amministrativo, gestionale e di cassa.

È bastata una semplice protesta da parte di alcuni operatori economici subito dopo la pubblicazione dell'avviso indennità regionale alle micro imprese, per far sì che l'Autorità regionale ha emanato dei chiarimenti (faq) nel quale si voleva dettagliare che nessun codice ateco è escluso.

Si è finito invece per escludere quasi tutti i codici ateco.

Perché potranno accedere alle indennità solo le microimprese che sono stata sospese per effetto DPCM del 11 e 26 marzo, oltre a quelle in più previste dalle ordinanze regionali.

Dunque la platea si restringe ancor di più.

Ma la cosa più assurda è che non solo si moltiplicano errori e successivi controlli post, si finisce per non offrire welfare meritocratico.

Bastava ad esempio offrire "soli" 1000 euro alle micro imprese che possono lavorare dal 11 marzo e 2000 euro a quelle che sono state inserite negli allegati del Dpcm del 26 marzo, che in sostanza non hanno lavorato un mese circa.

La tracciabilità documentale, e i contenuti così come la certificazione dei contributi dovranno essere l'ordinarietà...anche per evitare che gli stessi soggetti usufruiscano di welfare pubblico a più livelli e altri "ingiustamente" esclusi.

Soprattutto nei prossimi mesi, in una logica di investimenti selettivi e intelligenti, urgono strumenti tecnologici per evitare sovrapposizioni di norme, certificati, investimenti errati o addirittura danni:

Dal volere aumentare platea di destinatari si è passati a ridurli con un semplice "chiarimento".

Urge soprattutto una Autority che certifichi questi processi e intervenga a supporto di politiche di welfare sempre più richieste ma di difficile attuazione e definizione.

E nella logica del merito, oltre che sull' effettivo bisogno, bisogna puntare a meccanismi selettivi dove chi viene "indennizzato" per mesi -impresa o lavoratore- poi attui dovuti meccanismi di trasformazione digitale: per l'impresa investimenti in nuove tecnologie utili in periodi come questi e il lavoratore magari riqualificando le proprie competenze digitali.

Competenze utili anche in una futura e probabile ricollocazione lavorativa.

Per sintetizzare, dunque, una sola parola chiave: tracciabilità!

Dott. Giampiero Zito

Il Terzo settore non Rallenta

Sulla Testata online “Comunicare il Sociale” dell’11 marzo 2020 troviamo una profonda riflessione del Presidente del CSV di Napoli, Nicola Caprio, rispetto al peso del terzo settore in un momento di equilibri delicatissimi a causa della pandemia “Covid-19” e conseguente lotta alla “guerra invisibile”. La riflessione di Caprio individua una ricetta semplice, un invito a sperimentare una piccola rivoluzione individuale condita con una generosa dose di libertà individuale ed orientata alla “scelta giusta” anche e soprattutto in momenti difficili. Il motto di Caprio è: “La solidarietà si congiunge con la fraternità”. La nostra città, da sempre terra di solidarietà, sta assistendo ad una rivoluzione pacifica fatta di volontari, eroi silenziosi, che hanno scelto di agire e lavorare per il bene comune affinché nessuno venisse lasciato solo, soprattutto le fasce fragili della nostra società che è oggi può definirsi davvero civile. L’impegno di Caprio e del CSV è quello di proseguire ed intensificare l’azione rivolta a sviluppare azioni concrete sul territorio per andare a stimolare l’informazione e la consapevolezza dei cittadini attraverso un lavoro di rete in sinergia con gli enti del terzo settore, gli enti locali, le agenzie di comunicazione. In attesa che l’OTC Campania Molise approvi la programmazione 2020 dei Csv della Campania il monito del CSV è quello di non rallentare e proseguire nello scrivere una storia a lieto fine fatta di umiltà, libertà e determinazione al cambiamento.

Link Articolo CSV: http://www.comunicareilsociale.com/2020/03/11/il-sistema-dei-csv-non-rallenta-quando-la-solidarieta-si-congiunge-con-la-fraternita/ 

Decreto Legge 8 Aprile

Con il Decreto-legge n. 23 dell’8 Aprile 2020, il Governo Conte introduce una serie di “misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”, ritenute indispensabili per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia da Covid-19.

Di seguito si riportano le principali misure previste dal decreto per la parte relativa all’accesso al credito in favore delle imprese, inoltre, si precisa che le misure e le norme illustrate in sintesi saranno rese operative da successivi provvedimenti e circolari degli Enti e degli operatori economici coinvolti.

Misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese

Al fine di assicurare di assicurare liquidità alle imprese con sede in Italia, SACE S.p.a. concede fino al 31 Dicembre 2020 garanzie, in favore di banche, istituzioni finanziarie nazionali ed internazionali per finanziamenti sotto qualsiasi forma alle suddette imprese. L’importo complessivo della garanzia non potrà superare i 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi sono destinati alle piccole e medie imprese, inclusi i lavoratori autonomi e i liberi professionisti titolari di partita IVA.

In sintesi, le garanzie sono rilasciate alle seguenti condizioni:

  1. la garanzia è rilasciata entro il 31 dicembre 2020, per finanziamenti di durata non superiore a 6 anni, con la possibilità per le imprese di avvalersi di un preammortamento di durata fino a 24 mesi;
  2. l'importo del prestito assistito da garanzia non è superiore al maggiore tra i seguenti elementi:
  • 25 per cento del fatturato anno dell'impresa relativi al 2019, come risultante dal bilancio ovvero dalla dichiarazione fiscale;
  • il doppio dei costi del personale dell'impresa relativi al 2019, come risultanti dal bilancio ovvero da dati certificati se l'impresa non ha approvato il bilancio; qualora l'impresa abbia iniziato la propria attività successivamente al 31 dicembre 2018, si fa riferimento ai costi del personale attesi per i primi due anni di attività, come documentato e attestato dal rappresentante legale dell'impresa;
  1. la garanzia, in concorso paritetico e proporzionale tra garante e garantito nelle perdite per mancato rimborso del finanziamento, copre il:
  • 90 per cento dell’importo del finanziamento per imprese con meno di 5000 dipendenti in Italia e valore del fatturato fino a 1,5 miliardi di euro;
  • 80 per cento dell'importo del finanziamento per imprese con più di 5000 dipendenti in Italia e valore del fatturato tra 1,5 miliardi e 5 miliardi di euro;
  • 70 per cento per le imprese con valore del fatturato superiore a 5 miliardi di euro;
  1. le commissioni annuali dovute dalle imprese per il rilascio della garanzia sono le seguenti:
  • per i finanziamenti di piccole e medie imprese sono corrisposti, in rapporto all'importo garantito, 25 punti base durante il primo anno, 50 punti base durante il secondo e terzo anno, 100 punti base durante il quarto, quinto e sesto anno;
  • per i finanziamenti di imprese diverse dalle piccole e medie imprese sono corrisposti, in rapporto all'importo garantito, 50 punti base durante il primo anno, 100 punti base durante il secondo e terzo anno, 200 punti base durante il quarto, quinto e sesto anno;
  1. la garanzia è a prima richiesta, esplicita, irrevocabile, e conforme ai requisiti previsti dalla normativa di vigilanza prudenziale ai fini della migliore mitigazione del rischio;

Sottoscrizione contratti e comunicazioni in modo semplificato

E’ prevista la possibilità di concludere contratti, con la clientela al dettaglio, nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del presente decreto ed il termine dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020 (luglio 2020), su documenti digitali (ai sensi dell'articolo 20, comma I-bis, primo periodo, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82), anche se il cliente esprime il proprio consenso mediante il proprio indirizzo di posta elettronica non certificata o con altro strumento idoneo, a condizione che questi siano accompagnati da copia di un documento di riconoscimento in corso di validità del contraente, facciano riferimento ad un contratto identificabile in modo certo e siano conservati insieme al contratto medesimo con modalità tali da garantirne la sicurezza, l'integrità e l'immodificabilità. Il requisito della consegna di copia del contratto è soddisfatto mediante la messa a disposizione del cliente di copia del testo del contratto su supporto durevole; l'intermediario consegna copia cartacea del contratto al cliente alla prima occasione utile successiva al termine dello stato di emergenza. Il cliente può usare il medesimo strumento impiegato per esprimere il consenso al contratto anche per esercitare il diritto di recesso previsto dalla legge.

Sospensione dei termini di scadenza dei titoli di credito

Relativamente a vaglia cambiari, cambiali e altri titoli di credito emessi prima della data di entrata in vigore del presente decreto, e ad ogni altro atto avente efficacia esecutiva a quella stessa data, questi, sono sospesi per lo stesso periodo. La sospensione opera a favore dei debitori e obbligati anche in via di regresso o di garanzia, salva la facoltà degli stessi di rinunciarvi espressamente.

L'assegno presentato al pagamento durante il periodo di sospensione è pagabile nel giorno di presentazione. La sospensione di cui al comma 1 opera su

  1. i termini per la presentazione al pagamento;
  2. i termini per la levata del protesto o delle constatazioni equivalenti;
  3. i termini previsti all'articolo 9, comma 2, lettere a) e b), della legge 15 dicembre 1990, n. 386, nonché all'articolo 9-bis, comma 2, della medesima legge n. 386 del 1990;
  4. il termine per il pagamento tardivo dell'assegno previsto dall' articolo 8, comma 1, della stessa legge n. 386 del 1990.

Inoltre, i protesti o le constatazioni equivalenti levati dal 9 marzo 2020 fino alla data di entrata in vigore del presente decreto non sono trasmessi dai pubblici ufficiali alle Camere di Commercio; ove già pubblicati le Camere di commercio provvedono d'ufficio alla loro cancellazione. Con riferimento allo stesso periodo sono sospese le informative al Prefetto di cui all'articolo 8-bis, commi 1 e 2, della legge 15 dicembre 1990, 11. 386.

Fondo centrale di garanzia PMI

Potenziamento del Fondo centra di garanzia attraverso l’applicazione delle seguenti misure:

  1. garanzia concessa a titolo gratuito;
  2. importo massimo garantito per singola impresa elevato, nel rispetto della disciplina dell'Unione europea, a 5 milioni di euro. Sono ammesse alla garanzia le imprese con numero di dipendenti non superiore a 499;
  3. percentuale di copertura della garanzia diretta incrementata, anche mediante il concorso delle sezioni speciali del Fondo di garanzia, al 90 per cento dell'ammontare di ciascuna operazione finanziaria, previa autorizzazione della Commissione Europea ai sensi dell'articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell'unione europea (TFUE), per le operazioni finanziarie con durata fino a 72 mesi. L 'importo totale delle predette operazioni finanziarie non può superare, alternativamente:
  • il doppio della spesa salariale annua del beneficiario (compresi gli oneri sociali e il costo del personale che lavora nel sito dell'impresa ma che figura formalmente nel libro paga dei subcontraenti) per il 2019 o per l'ultimo anno disponibile. Nel caso di imprese costituite a partire dal 1° gennaio 2019, l'importo massimo del prestito non può superare i costi salariali annui previsti per i primi due anni di attività;
  • il 25 per cento del fatturato totale del beneficiario nel 2019;
  • il fabbisogno per costi del capitale di esercizio e per costi di investimento nei successivi 18 mesi, nel caso di piccole e medie imprese, e nei successivi 12 mesi, nel caso di imprese con numero di dipendenti non superiore a 499; tale fabbisogno è attestato mediante apposita autocertificazione resa dal beneficiario ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000 n. 445;
  1. per le operazioni finanziarie aventi le caratteristiche di durata e importo di cui alla lettera c), la percentuale di copertura della riassicurazione è incrementata, anche mediante il concorso delle sezioni speciali del Fondo di garanzia, al 100 per cento dell'importo garantito dai Confidi o da altro fondo di garanzia, a condizione che le garanzie da questi rilasciate non superino la percentuale massima di copertura del 90 per cento, previa autorizzazione della Commissione Europea ai sensi dell' articolo 108 del TFUE, e che non prevedano il pagamento di un premio che tiene conto della remunerazione per il rischio di credito. Fino all'autorizzazione della Commissione Europea e, successivamente alla predetta autorizzazione per le operazioni finanziarie non aventi le predette caratteristiche di durata e importo di cui alla lettera c) e alla presente lettera d), le percentuali di copertura sono incrementate, rispettivamente, a11'80 per cento per la garanzia diretta di cui alla lettera c) e al 90 per cento per la riassicurazione di cui alla presente lettera d);
  2. non è dovuta la commissione per il mancato perfezionamento delle operazioni finanziarie di cui all'articolo 10, comma 2, del decreto ministeriale 6 marzo 2017;
  3. per operazioni di investimento immobiliare nei settori turistico - alberghiero e delle attività immobiliari, con durata minima di 10 anni e dì importo superiore a euro 500.000,00, la garanzia del Fondo può essere cumulata con altre forme di garanzia acquisite sui finanziamenti;
  4. previa autorizzazione della Commissione Europea ai sensi dell'articolo 108 del TFUE, sono ammissibili alla garanzia del fondo, con copertura al 100 percento sia in garanzia diretta che in riassicurazione, i nuovi finanziamenti concessi da banche, intermediari finanziari di cui all'articolo 106 del Testo Unico bancario di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993 n. 385 e dagli altri soggetti abilitati alla concessione di credito in favore di piccole e medie imprese e di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d'impresa è stata danneggiata dall'emergenza COVID-19 come da dichiarazione autocertificata ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000 n. 445, purché tali finanziamenti prevedano l'inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dall'erogazione e abbiano una durata fino a 72 mesi e un importo non superiore al 25 per cento dell'ammontare dei ricavi del soggetto beneficiario, come risultante dall'ultimo bilancio depositato o dall'ultima dichiarazione fiscale presentata alla data della domanda di garanzia ovvero, per i soggetti beneficiari costituiti dopo il 1° gennaio 2019, da altra idonea documentazione, anche mediante autocertificazione ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000 n. 445, e, comunque, non superiore a 25 .000,00 euro. Si ha un nuovo finanziamento quando, ad esito della concessione del finanziamento coperto da garanzia, l'ammontare complessivo delle esposizioni del finanziatore nei confronti del soggetto finanziato risulta superiore all'ammontare di esposizioni detenute alla data di entrata in vigore del presente decreto, corretto per le riduzioni delle esposizioni intervenute tra le due date in conseguenza del regolamento contrattuale stabilito tra le patii prima dell'entrata in vigore del presente decreto ovvero per decisione autonoma del soggetto finanziato.

Si attendono, quindi, nei prossimi giorni, le circolari operative in grado di rendere concrete le misure contenute nel Decreto-legge.

Dott. Giuseppe Lamberti

L’abiura del pensiero critico e la sopravvivenza galileiana

"In questioni di scienza, l’autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto l’umile ragionamento di un singolo individuo". Una frase, questa, che il mondo conserva da ben quattro secoli e che oggi risulta di straordinaria attualità, così come quando venne scritta da Galileo Galilei, per esternare come, nel suo tempo, il pensiero critico, trovava contrapposizione nelle Istituzioni che dovevano “conservare la fede” delle masse. Una frase semplice e concisa, che racchiude in essa, la ribellione scientifica di un uomo che alla fine fu costretto all’abiura, ovvero a rinnegare le sue tesi, per salvare la propria vita. Seppur, in quattro secoli, il mondo abbia conosciuto scoperte e progressi scientifici in ogni campo, la terra è ancora piatta e non ruota intorno al Sole. Appare, quindi, evidente che il vero progresso umano è rappresentato dalla conservazione del pensiero critico individuale, ovvero dalla capacità dell’individuo di “pensare” e di raggiungere un giudizio attraverso un’analisi immune da sé stessi e dai gruppi sociali a cui egli appartiene. Ma la storia ci ha insegnato come, dapprima i partiti politici, i movimenti, le religioni e successivamente nuovi strumenti di comunicazione, abbiano progressivamente appiattito tale capacità umana, infatti, è sempre più frequente per gruppi sociali omogenei “adattare” il proprio pensiero a quello di soggetti ritenuti forti all’interno del gruppo stesso, per intenderci i cosiddetti leader. Da questa semplice riflessione, ne consegue che nella praticità, l’individuo rinuncia al proprio pensiero critico per adattarsi al leader o ai leader del proprio gruppo sociale. Un ruolo di primordine, all’interno di tale logica, viene assunto dalle nuove tecniche di comunicazione, quelle dei social media in particolare, che finiscono per semplificare la “commercializzazione di informazioni” da dare in pasto agli utenti e che spesso uniti a sentimenti come la paura e l’angoscia finiscono per produrre alterazioni dei sensi e della realtà percepita, la stessa paura alla base dei corsi di marketing per spingere i consumatori ad acquistare. In questo momento storico come quello attuale, caratterizzato da una drammatica situazione sanitaria ed economica, ma anche psicologica, l’informazione è divenuta il fulcro della quotidianità dei tanti che osservano le regole dettate dalla pandemia ed è proprio sotto tale profilo che, le notizie condivise in particolare sui social media, appaiono spesse confusionarie e prive di collegamento. Non ci è dato sapere quale sia o quali siano le verità che spesso ci celano dietro una manciata di parole messe in fila – apparentemente in ordine logico – ma sicuramente abbiamo la facoltà di sottoporle al giudizio del nostro pensiero critico, o almeno di ciò che ne resta. Ma d’altronde anche Galileo Galilei fu costretto, per tenersi cara la vita, a rinunciare alle proprie tesi ed accettare quelle delle masse.

Dott. Lamberti Giuseppe

Chiamata all'azione covid - 19

Nella notte di sabato 11 Marzo, come ben sappiamo, è arrivato un altro annuncio, da parte del Presidente del Governo Giuseppe Conte, a sottolineare come, purtroppo, il nostro paese stenta a rialzarsi da questa crisi pandemica. Viene, infatti, annunciata un'ulteriore limitazione alle attività produttive su tutto il territorio nazionale con la finalità di limitare ancora di più la diffusione del contagio e pertanto <<il motore dell'Italia rallenta, ma non si ferma>> - queste le parole del Premier - il Governo decide la strategia produttiva del paese più adatta all'attuale scenario con l'intenzione, chiara, di limitare il contagio, intaccando il meno possibile l'economia e soprattutto la vita delle famiglie, andando a garantire quei servizi essenziali che non possono essere arrestati. Dall’elenco analitico delle attività consentite, diramato invece ieri sera, si evince che sono sospese tutte le attività relative al commercio al dettaglio, mentre ad esempio, restano operativi i servizi di vigilanza, anche privati. Pertanto, entrando in quelle che sono le logiche di Governo, sono consentite le attività essenziali non solo alla vita quotidiana, come ad esempio supermercati, farmacie e produttori di presidi sanitari e complementari come i trasporti, ma anche quelle attività che, altrimenti chiuse, andrebbero ad incidere drasticamente sulle abitudini di vita, come ad esempio tabaccai e organi di informazione. Altrettanto chiara, è l'intenzione di recepire e accompagnare il cambio nella scelta dei beni di consumo da parte degli italiani, che tenderanno sempre di più ad acquistare prodotti alimentari a lunga conservazione quali ad esempio zucchero, farina, pasta, pelati, pesce in scatola, che durante le "economie di sopravvivenza o di guerra" trovano un più ottimale utilizzo, così come promuovere i servizi di consegna a domicilio, utili a limitare gli spostamenti e gli assembramenti delle persone. Siamo, infatti, di fronte ad una crisi non solo sanitaria ed economica, ma anche psicologica, dove ciascuno è messo a dura prova non potendo più condurre uno stile di vita "normale". L'Italia, e con essa l'intero sistema produttivo nazionale, è chiamata a resistere e a trovare soluzioni funzionali alla situazione in atto, come le numerose aziende e processi produttivi riconvertiti per produrre beni ritenuti, oggi più che mai, essenziali.

E da questa considerazione è nata la chiamata all’azione del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e il Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi, insieme a Invitalia. Si chiama Innova Italia ed è l’invito rivolto ad aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti per approntare soluzioni ai tempi del Covid-19 in tre ambiti:

  1. reperimento, innovazione o riconversione industriale per garantire la disponibilità di dispositivi di protezione individuale, e produzione di sistemi per il trattamento delle sindromi respiratorie;
  2. reperimento di kit o tecnologie innovative che facilitino la diagnosi del Covid-19;
  3. tecnologie e strumenti che, nel rispetto della normativa vigente, consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo dei contagi.

Sono chiamati, dunque, all’azione gli enti che già operano nei settori di riferimento o che possano sfruttare la propria capacità produttiva per una rapida, purché rispettosa degli standard, riconversione industriale. Tutte le entità giuridiche interessate alla partecipazione, troveranno il form dedicato da oggi, 23 marzo, sul sito innovazione.gov.it.

Va ricordato che le proposte devono essere ragionevolmente attuabili nel breve periodo e che avranno la priorità assoluta le soluzioni capaci di fare la differenza in un momento di estrema urgenza.

Dott. Lamberti Giuseppe

Finanza agevolata

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In-formazione

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Formazione

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Consulenza »

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