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Modalità operative per il Green Pass

MODALITA’ OPERATIVE PER L’ORGANIZZAZIONE DELLE VERIFICHE SUL POSSESSO DEL GREEN PASS AI SENSI DELL’ART. 9 SEPTIES, COMMA 4, D.L. 52/2021 MODALITA’ OPERATIVE PER L’ORGANIZZAZIONE DELLE VERIFICHE SUL POSSESSO DEL GREEN PASS AI SENSI DELL’ART. 9 SEPTIES, COMMA 4, D.L. 52/2021 

Illustrano le misure straordinarie in vigore dal 15 ottobre 2021 previste dal D.L. 21 settembre 2021, n. 127. 

Ambito di applicazioneChiunque svolge un’attività lavorativa nel settore privato (lavoratori dipendenti e autonomi) è obbligato a possedere e a esibire la certificazione verde COVID –19 per l’accesso ai luoghi di lavoro.La presente procedura ha validità dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021.

Modalità di verificaIl possesso del Green Pass da parte dei lavoratori dipendenti deve essere verificato dal datore di lavoro quotidianamente a campione, all’atto dell’ingresso al luogo di lavoro, tramite apposito soggetto incaricato con atto formale di nomina (all. 1) mediante l’applicazione software, da dispositivo mobile dedicato, denominata “VerificaC19” disponibile gratuitamente ai seguenti link:- Per dispositivi Android su https://play.google.com/store/apps/details?id=it.ministerodellasalute.verificaC19&hl=it&gl=US- Per dispositivi IOS https://apps.apple.com/it/app/verificac19/id1565800117.
I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il COVID-19, dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione. 

Il controllo degli accessi verrà gestito con le seguenti modalità:a) L'incaricato eseguirà, con il divieto di effettuare copie o foto, il controllo della validità del Green Pass al momento dell'ingresso e potrà richiedere un documento d'identità in corso di validità per accertare la corrispondenza dei dati.b) L'incaricato consentirà l'accesso ai luoghi di lavoro al lavoratore in possesso di certificazione medica di esonero della campagna vaccinale valida fino al 30.11. 2021.c)

L’incaricato non consentirà l'accesso qualora l'app VerificaC19 dia esito negativo, qualora non sia esibito il Green Pass o la certificazione medica di esonero e provvederà a darne comunicazione al responsabile del personale.Lavoratori sprovvisti di Green PassIl lavoratore sprovvisto di Green Pass è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass. In particolare: - nelle aziende piccole con meno di 15 dipendenti la sospensione scatta a decorrere dal quinto giorno di assenza e si prevede la sostituzione. Il lavoratore senza Green pass può essere sospeso per un periodo non superiore a 10 giorni, rinnovabili una sola vota sino ad un massimo di 20 giorni (entro il 31.12.21); - nelle aziende grandi con più di 15 dipendenti, il dipendente dal primo giorno viene considerato assente ingiustificato, viene sospeso lo stipendio e non potrà lavorare, ma non potrà essere sostituito.Sanzioni 

È prevista una sanzione amministrativa:- per il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza Green Pass va da 600 a 1.500 euro;- per il datore di lavoro che non controlla il possesso del Green Pass va da 400 a 1.000 euro. Allo stato attuale i costi dei tamponi sono a carico dei dipendenti sprovvisti di Green Pass. Allegati:- lettera di nomina del soggetto incaricato alla verifica.

Per chiarimenti e prima di intraprendere qualsiasi iniziativa, vi invitiamo a prendere contatti con lo studio:
a mezzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
o a mezzo telefono ai consueti indirizzi email e numeri telefonici. 081.7872042– 081.7871810 Cell. 393.3350690 Fax 081.32231125

Progetto DIFFERENZIAMOCI! Campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili

Progetto DIFFERENZIAMOCI! Campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibiliProgetto DIFFERENZIAMOCI! Campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili
Il progetto "DIFFERENZIAMOCI ! - Campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili" presentato da UNIAT CAMPANIA aps in partenariato con Fareambiente Campania aps, è stato finanziato nell'ambito dell’Avviso Pubblico Volontariato Aps – fondi 2017 con D.D. n 466 del 29/07/2019 e approvato con D.d n 733 del 23 12/2019 e D.Dn 69 del 24/01/2020. L’ambito territoriale in cui si svolgerà il progetto è la Regione Campania, in particolare saranno coinvolte le province di Napoli, Avellino, Caserta e Salerno.Dal contatto quotidiano con gli associati UNIAT, nonché con i cittadini in generale, emergono bisogni insoddisfatti di informazione e supporto pratico per indurre attenzione ai comportamenti tipici dell'economia circolare.Occorre correggere falsi miti e credenze su smaltimento rifiuti, risparmio energetico, consumo alimentare; fornire esempi pratici/tutorial per il riuso e la riparazione dei beni; sostenere e diffondere le buone prassi; individuare ostacoli reali  dei cittadini per offrire risposte coerenti con il contesto di riferimento.Il progetto nasce da due idee sottostanti: creare un mondo più sostenibile in modo tale che le future generazioni diventino agenti del cambiamento, dotandosi di conoscenza, abilità, valori e attitudini che le rendano capaci di prendere decisioni informate e di agire consapevolmente per l’integrità ambientale e la sostenibilità economica.La seconda idea è che gli edifici siano il luogo ideale dove avviare iniziative di gestione sostenibile delle risorse, riducendo consumi e spese a vantaggio di tutta la comunità. I condomini sono un luogo di aggregazione che stimolano azioni collettive in grado di contribuire al benessere ambientale e sociale; al tempo stesso l’assunzione condivisa della cura e tutela del “bene comune” rigenera legami sociali e contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita delle persone.La finalità del progetto è di incidere, attraverso azioni informative e l'attivazione sul campo di “agenti del cambiamento”, sulla modifica dei comportamenti e degli atteggiamenti dei cittadini assegnatari di alloggi ERP, soggetti che, per condizioni economiche e marginalità sociale, presentano spesso una minore sensibilità al tema ambientale che invece può divenire, per loro, una modalità di risparmio economico, di sviluppo di relazioni e di inclusione sociale.
Campagna di sensibilizzazione Ambientale a Cura dell'UNIAT

Compila il questionario per dare il tuo concreto aiuto all'indagine preliminare sui comportamenti in tema di sostenibilità ambientale.
l'Indagine e lo studio sara curato dall'Agenzia AdIM Srl

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeUah950Y3qgMJa8L-2plM9xUQhZUa-vrsOOAdLTtJYKb8oUw/viewform

Vigilanza su alcune misure di sostegno governativo alle p.m.i, e segnatamente quelle concernenti gli sconti sulle bollette della energia elettric

Comunicato stampa

È innegabile che, per effetto della pandemia da Covid-19, vi è stata un’allarmante flessione economica nel nostro Paese, dato che la necessità di attuare misure di contenimento del contagio ha comportato la forzata chiusura di gran parte delle attività commerciali.

Come è noto, per sostenere le imprese nel corso dell'emergenza Covid-19, il Governo italiano ha posto in essere una serie di iniziative di sostegno, tra le quali contributi a fondo perduto, esenzioni fiscali, crediti d'imposta, detrazioni fiscali, sconti su bollette. Gli interventi sono stati assunti in conformità al Quadro europeo temporaneo sugli aiuti di Stato ("Temporary Framework for State aid measures to support the economy in the current COVID-19 outbreak"). In particolare, il decreto legge del 19 maggio 2020 (c.d. Decreto Rilancio), all’articolo 30, ha chiamato in causa l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), perché adottasse provvedimenti atti ad assicurare una riduzione della spesa sostenuta dalle utenze elettriche connesse in bassa tensione, diverse dagli usi domestici. Lo sconto sulle bollette di queste utenze si sarebbe dovuto incentrare in particolare su due voci di costo: 1) Trasporto e gestione del contatore; 2) Oneri generali di sistema. La ratio dell'intervento richiesto all'ARERA trova ragione nella necessità di alleggerire i costi di maggio, giugno e luglio 2020.

Si tratta, quindi, di importanti provvedimenti che, se correttamente applicati, avrebbero consentito al beneficiario di avere un risparmio del 30% su ogni fattura, per i periodi di tempo interessati ed espressamente indicati. La riduzione dei costi prevista dal Decreto Rilancio si sarebbe dovuta concretizzare operando:

- per tutti i clienti non domestici alimentati in bassa tensione, un azzeramento delle attuali quote fisse, indipendenti dalla potenza, relative alle tariffe di rete e agli oneri generali;

- per le utenze alimentate in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 3,3 kW, una rideterminazione delle tariffe di rete e degli oneri generali per ridurre ulteriormente la spesa, applicando una potenza “virtuale” fissata in maniera convenzionale a 3 kW, senza limitazioni ai prelievi.

Il successivo provvedimento normativo del 22 marzo 2021, n. 41 (c.d. Decreto Sostegni), al Titolo I, ha previsto ancora una serie di interventi volti al sostegno delle imprese e dell'economia; in particolare, l’art. 6 del Decreto Sostegni ha esteso la riduzione degli oneri delle bollette elettriche per le imprese al periodo 1° aprile - 30 giugno 2021.

Ad una prima, sommaria, ricognizione effettuata dallo Studio Legale Vizzino, non sembra che le predette misure siano state capillarmente portate ad effettivo compimento, sicché si sta valutando l’effettiva sussistenza di profili di inazione degli enti e delle autorità competenti; pertanto il predetto Studio Legale raccomanda ai soggetti beneficiari delle agevolazioni di effettuare un esame attento delle bollette ricevute riferite ai periodi indicati nei predetti decreti. Infatti, laddove non siano stati attuati gli interventi governativi, si paleserebbero gravi profili di responsabilità soprattutto a carico dell’ARERA, per essere venuta meno ai suoi compiti di vigilanza, ed al contempo si potrebbero verificare ipotesi di appropriazione indebita da far valere nelle opportune sedi.

Consapevole della non facile individuazione, da parte degli aventi diritto, dell’avvenuta applicazione dei benefici sanciti con le norme succitate, lo Studio Legale Vizzino invita i titolari delle attività commerciali, che abbiano i requisiti previsti nei provvedimenti sopra indicati, a trasmettere le bollette riferite ai periodi in cui avrebbero dovuto beneficare degli sconti (maggio, giugno, luglio 2020 ed aprile, maggio, giugno 2021), al fine valutare la corretta rideterminazione degli importi secondo le indicazioni recate nei provvedimenti governativi.

In caso di violazioni da parte dell’Arera o di chi di dovere, inerenti alla determinazione degli importi o alla vigilanza circa la corretta emissione delle fatture, non si esiterà a formulare istanze e reclami presso gli organi e le autorità competenti al fine di sentir censurare condotte illegittime e veder riconoscere il diritto alla restituzione degli importi indebitante percepiti.

Avv. Emma Vizzino

Avv. Riccardo Vizzino

Progetto Differenziamoci partita la campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili

Progetto Differenziamoci: partita la campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibiliProgetto Differenziamoci: partita la campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibiliÈ partita la campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili del progetto "DIFFERENZIAMOCI" presentato da UNIAT CAMPANIA aps in partenariato con Fareambiente Campania aps.I nostri volontari, a seguito della formazione ricevuta, in qualità di “agenti di cambiamento”, realizzeranno azioni di disseminazione/informazione per ridurre gli impatti ambientali correlabili alla vita condominiale, in favore dei cittadini residenti negli alloggi di edilizia residenziale pubblica delle quattro province target (Napoli, Avellino, Caserta, Salerno). Tale attività verrà svolta attraverso la distribuzione di un TOOL-KIT per effettuare una corretta raccolta differenziata: ciclo dei rifiuti (riduzione spreco, corretto conferimento), riuso e riciclo, condivisione di beni durevoli, iniziative per il mantenimento e la pulizia delle aree pubbliche comuni.I TOOL-KIT saranno resi disponibili e scaricabili dai nostri siti Uniat Campania aps e Fareambiente Campania aps in sezioni appositamente dedicate.

Analisi acque Fiume Sarno a Scafati, le operazioni di Legambiente

adim-legambiente-fondazione con il sud

SCAFATI – Nuovo appuntamento di Legambiente sul fiume Sarno. Nell’ambito del progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD avente come capofila Legambiente, i ragazzi dell’associazione ambientalista italiana si sono recati nella città di Scafati, per analizzare le acque del Fiume Sarno.

L’appuntamento, svoltosi lo scorso 14 maggio, è servito non solo ad illustrare le modalità di analisi delle acque, ma anche per parlare del rapporto dei cittadini di Scafati con il Fiume Sarno. All’appuntamento hanno partecipato anche Alessandro Arpaia, Assessore con delega al Fiume Sarno del Comune di Scafati e Carmine Ferrara, membro del comitato scientifico e cittadino di Scafati.

Analisi acque Fiume Sarno a Scafati, le operazioni di Legambiente

Con l’ausilio di una sonda e un multiparametro è stato possibile raccogliere alcuni dati circa il monitoraggio per lo stato di salute delle acque del Fiume Sarno, nel punto in cui passa per la città di Scafati. Il multiparametro ha evidenziato che l’ossigeno disciolto nelle acque – fondamentale, insieme ad altri parametri come l’azoto ammoniacale e nitrico per ottenere l’indice LIMECO, utile a capire la qualità delle acque – ci sono circa 3,08 mg per litro. Un numero troppo basso, che significa uno stato di salute pessimo per le acque del Sarno. Infatti, basti pensare che un fiume in ottimo stato, presenta un ossigeno disciolto nelle acque di 9 mg/l.

Oltre ai rilievi effettuati con il multiparametro, i ragazzi di Legambiente dopo aver raccolto un campione, hanno effettuato le analisi della acque del fiume Sarno. I risultati hanno mostrato che le acque del Fiume Sarno, che interessano gran parte dei comuni campani, presentano al loro interno, oltre ad un alto quantitativo di sostanze microplastiche, anche numerose sostanze nocive per la salute. Sostanze tossiche e nocive che approdano dai diversi scarichi presenti sul tragitto del fiume. Situazione questa che porta uno dei tratti di acqua più importanti della Campania a versare in uno stato pietoso.


Allegati:
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SULLE PAROLE DI RIELLO E DE LUZENBERGER

LJonathan.jpge parole, dalle quali traspare una evidente amarezza, che il Procuratore Generale della Repubblica, dott. Luigi Riello e il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, dott.ssa De Luzenberger, hanno pronunciato in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno giudiziario, rendono perfettamente la complessità della fase che stiamo vivendo ma, paradossalmente ci rincuorano perché ci fanno sentire meno soli nelle nostre battaglie quotidiane per i diritti dei minori ad avere servizi adeguati ai loro bisogni. La dott.ssa De Luzenberger nel suo intervento ha denunciato "che la questione minorile non è certamente risolta. Non si è fatto granché rispetto al passato per la bonifica e per il recupero sociale. Emergono episodi che lasciano trasparire indifferenza ai rigori della legge e odio verso i rappresentanti dello Stato".

Parole forti ma che rendono bene lo stato di abbandono di tanti ragazzi orfani di un sistema di welfare adeguato alle proprie necessità. È da premettere che nessuno, allo stato attuale, può proporre una panacea, estrarre un coniglio dal cilindro e risolvere una questione che è annosa e complessa. Tuttavia è innegabile un ritardo della politica e dei politici che non si materializza solo dovuto nei tagli alla spesa sociale ma, ed è molto più grave, nell’ormai conclamata incapacità di agire a sostegno di quei progetti che nascono dal basso, di quelle forme associative organizzate per arginare la crisi educativa e sociale dei quartieri maggiormente esposti al dominio della camorra.

L’incapacità, o più probabilmente la mancanza di volontà, di premiare la meritocrazia, e quindi chi investe nell’innovazione dei modelli e degli interventi. In questa fase storica parlare di minori che commettono reati significa parlare dei servizi a cui viene data la responsabilità del loro recupero. E parlare di servizi vuol dire parlare delle comunità gestite dal privato sociale accreditato che rappresentano il fulcro, il centro delle politiche di recupero e di inclusione messe in campo dalla giustizia minorile.

E noi, operatori di comunità, lavoratori della frontiera educativa e della presa in carico di minori e giovani devianti in conflitto con la giustizia, lo sentiamo tutto il peso di       questa latitanza, di questa assenza, dell’assenza di chi si limita ai proclami quando conviene.

Perché un compito arduo diventa una missione impossibile se ai proclami che si spendono nei convegni non seguono i fatti. E i fatti ci parlano di politiche sociali a favore dei minori che si dovrebbero fare con investimenti economici adeguati ai servizi da erogare. I fatti, che sono testardi, ci parlano degli operatori del privato sociale che nel rapporto con i colleghi del pubblico sono trattati come figli di un dio minore. Questo è un primo appunto su cui riflettere per il futuro: per rendere i servizi all'altezza dei compiti che devono svolgere occorre superare questa dicotomia pubblico – privato sociale e riaffermare quella cultura della sussidiarietà e complementarietà dei ruoli che negli ultimi anni si è andata perdendo.

I fatti ci parlano di una offerta di comunità che supera la domanda con dei criteri di accreditamento schiacciati sui titoli formali e dove la storia, l’esperienza sul campo sono secondari. Le comunità, di fatto, sono in concorrenza tra loro e la loro debolezza nel rapporto con il committente pubblico finisce per trasformare la collaborazione in sudditanza.

La realtà, che si evidenzia una volta di più dalle parole che abbiamo riportato in precedenza, “fotografa” istituzioni che non stimolano i cambiamenti, che rifiutano di mettere in discussione quel modello – quel "totem" –  pedagogico costruito sulla eguaglianza formale che non tiene conto delle differenze ed impedisce la sperimentazione di nuovi modelli che tengano invece conto delle diversità e della specificità delle problematiche dei minori dell'area penale.

Stiamo vivendo un cambiamento epocale il senso lato dove le trasformazioni (dovute ad esempio alla tecnologia o alla stessa pandemia) si susseguono a ritmo incalzante e noi vi rispondiamo utilizzando ancora il metodo "Montessori" per un fenomeno, quello della devianza minorile, che a Napoli ha peculiarità specifiche che non consentono di “sovrapporlo” a quanto accade in altri contesti, in altri territori.

La quintessenza di queste specificità sono i murales di minori santificati come martiri perché ammazzati in un conflitto a fuoco con le forze dell'ordine nel corso di azioni delittuose gravi. L'amarezza per questo stato di cose è tutta nell’intervento fatto dal procuratore generale Riello, quando parla di sconfitta della società civile.

La speranza è che quelle parole arrivino anche alla coscienza dei politici e dei burocrati pubblici. La morte di due ragazzi, oltre al dolore, ci dovrebbe anche interrogare sulle circostanze che l’hanno prodotta ed in cui è avvenuta, altrimenti si corre il rischio che questo dolore si ripresenti. Ma troppo spesso quella speranza viene tradita. Abbiamo assistito ad uno scontro ideologico tra schieramenti contrapposti rispetto ai murales, fazioni mosse mossi da posizioni precostituite che in effetti sono parte integrante del problema che da sempre condiziona le scelte della politica, più interessata alla ricerca del ì consenso che alla soluzione dei problemi.

Bisogna prendere atto che davanti a noi non abbiamo più tante opportunità di intervento, che stiamo perdendo tempo e che sarebbe arrivato il momento di chiedersi seriamente dove abbiamo sbagliato, dove, ognuno con le proprie responsabilità, sta anche adesso sbagliando.

È evidente che il disinvestimento per i minori dell'area penale che il Ministero della Giustizia e la Regione Campania hanno portato avanti negli ultimi anni è stato massiccio ed ha provocato una caduta di qualità dei servizi e una forte precarizzazione del lavoro che impedisce di guardare al futuro. Questa precarietà, a cui progressivamente ci siamo abituati, ci ha ridotti ad una resa silenziosa e passiva. Ma, per amore di verità, bisogna anche dire che in questa debolezza ci sono pure i limiti e le responsabilità delle comunità, che non hanno saputo proteggere e salvaguardare dall'attacco del mercato la scelta stessa di lavorare in comunità; una scelta dettata da quella passione, etica e sociale, che rappresenta il valore aggiunto alla esperienza, alla competenza e alla professionalità delle persone che dentro le comunità “vivono”.

Questi limiti, di per sé gravi, delle comunità, non possono però mettere in secondo piano le responsabilità che riguardano i nostri partner istituzionali –  Giustizia Minorile, Regione Campania. Responsabilità che, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, non attengono solo al taglio delle risorse economiche ma riguardano la programmazione, l'innovazione dei modelli con il superamento, o meglio, con la sperimentazione di una presa in carico che superi le quote stabilite dalla normativa regionale (quote che prevedono la compresenza nella stessa struttura di bambini, minori dell’area penale, minori sottoposti a provvedimento amministrativo etc.), la qualità dei servizi, la meritocrazia.

Pensiamo che per questi partner istituzionali sia urgente, non più prorogabile l’avvio di una fase nuova, di attenzione e ascolto verso quelle voci che si alzano dalla frontiera e che fino ad ora sono rimaste inascoltate, ignorate. Magari partendo da quegli strumenti che sono già a disposizione, come quelli forniti dal dott. Roberto Di Bella che, partendo da una riflessione sui minori “figli della ndrangheta”, ha prodotto un modello, “liberi di scegliere”, che è certamente “di rottura” ma ha una carica innovativa e di prospettiva assolutamente rilevante.

Vincenzo Morgera – Silvia Ricciardi – Giovanni Salomone – Associazione Jonathan

Rotary Action for Depression, la campagna del Rotary contro la depressione post Covid

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Una persona su cinque presenta disturbi psichici tra i 14 ed i 90 giorni successivi alla diagnosi di positività al Covid-19. Particolarmente numerosi i casi di depressione, al punto che si comincia a parlare di “depressione post Covid”, diffusa soprattutto fra i giovani.  Secondo i ricercatori della Boston University, il tasso di depressione negli Stati Uniti è aumentato di tre volte rispetto al periodo precedente alla pandemia. In Italia, i sintomi di tipo depressivo sono quintuplicati, tanto che si registrano nel 32% della popolazione. Si calcola che avremo in totale circa 150mila casi di depressione maggiore in più.

È in questo contesto che è nata la campagna contro la depressione “Rotary Action for Depression”, promossa dal Rotary Club “Castel dell’Ovo” in collaborazione con i 12 club del Gruppo partenopeo e altri 5 club della Campania. Ogni venerdì, alle 18, sulla omonima community Facebook avrà luogo la “Diretta energetica” con lo psichiatra e psicoterapeuta Vincenzo Barretta e l’attrice Veronica Mazza. La regia è a cura di Domenico Di Frenna.  Ospite della “Diretta energetica” di venerdì 12 febbraio sarà il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva. Gli utenti della community potranno interagire con i protagonisti della diretta.

«La pandemia da Covid-19 sta generando inevitabilmente angoscia nella popolazione mondiale e avrà ingenti conseguenze in termini di salute mentale — spiega Barretta, ideatore del progetto e presidente del Rotary Club “Castel dell’Ovo” —. Si stima che i contraccolpi in questo senso persisteranno più a lungo e raggiungeranno il picco più tardi rispetto alla pandemia effettiva. Infatti, durante le epidemie il numero delle persone colpite da tali problematiche tende a essere addirittura maggiore di quello delle persone interessate dall’infezione. In un contesto del genere è importante sensibilizzare e informare la popolazione nei confronti di tali rischi, allo scopo di abbattere lo stigma ed il pregiudizio che ancora oggi rende molto elevate le soglie di accesso alle cure psicologiche e psichiatriche. È in questo senso che va il nostro progetto».

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